lunedì 11 maggio 2020
Una sorta di Trip-Advisor applicato al mondo del lavoro che consente di far incrociare la domanda e l'offerta
Un'app al posto dei tradizionali metodi per trovare lavoro

Un'app al posto dei tradizionali metodi per trovare lavoro

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Un motivo «pratico e uno poetico» hanno spinto il salernitano Marco Contemi – imprenditore e selezionatore – a creare Applavoro.it, un sito che favorisce l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro sulla base di criteri meritocratici. Gli aspiranti a un impiego inseriscono nel portale sia il proprio curriculum sia i giudizi dei propri colleghi attuali o passati e dei precedenti datori di lavoro. Possono aggiungere una video-presentazione e aggiornare continuamente il proprio profilo. Viene a formarsi in maniera naturale una graduatoria di merito per ciascun tipo di impiego. Una sorta di Trip-Advisor riferito al lavoro anziché ad alberghi e ristoranti. Per i datori di lavoro può essere uno strumento alternativo o complementare al tradizionale colloquio. L’iscrizione al sito è gratuita sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori. Sembra che l’iniziativa stia funzionando molto bene. Dopo circa due anni di studi e analisi, il sito è stato lanciato a gennaio 2019. E in piena emergenza Covid-19 ha registrato l’enorme incremento nella ricerca di lavoro on line: in aprile +84,43%.

Aumenta anche la ricerca di nuovo impiego (+86,62%) fra coloro che già hanno un lavoro, evidentemente per l’incertezza sul futuro. «Volevo poter avere qualcosa di più di un semplice curriculum come strumento per poter valutare le candidature che riceviamo in azienda e quindi per selezionare i candidati da invitare per un colloquio diretto – spiega l’ideatore di Applavoro.it e titolare della Gps, una ditta con sede a Porto Cervo, in Sardegna, che fornisce personale (in particolare gli addetti alla sicurezza) per l’industria turistica -. Troppo spesso riceviamo cv che descrivono un profilo davvero ottimale per le nostre esigenze, ma poi al colloquio si presenta una persona che nulla ha a che vedere con il profilo descritto nel cv. Quindi ho voluto creare un sistema dove i lavoratori possano essere recensiti da chi li ha realmente visti all’opera, cioè dalle aziende che li hanno assunti in precedenza, dai colleghi ed ex colleghi, dai clienti con i quali sono entrati in contatto». Finora sono oltre 8mila le aziende iscritte e circa 40mila i lavoratori. Ricoprono le professioni più svariate: dal key account all’avvocato, dal commercialista alla badante, dall’operaio ai commessi agli addetti alle pulizie. «Un dato interessante – aggiunge Contemi - è il forte aumento di iscrizioni da parte di utenti che attualmente hanno un impiego, al quale hanno contribuito molti liberi professionisti come avvocati, commercialisti eccetera che soprattutto durante il periodo di emergenza da Covid-19 si sono iscritti al portale.

Chiaro segno che gli utenti comprendono l’importanza di avere una buona reputazione online sul web, anche se attualmente non cercano lavoro, ma sanno che potrebbe sicuramente tornargli utile in futuro. C’è una leggera predominanza femminile: donne 58%, uomini 42%. Il 31% degli iscritti ha dai 25 ai 34 anni, il 30% dai 35 ai 44 anni, il 24% dai 45 ai 54 anni. I nostri utenti sono distribuiti dalla Sicilia al Piemonte. Le città che contano il maggior numero di iscritti sono, nell’ordine: Milano, Roma e Napoli». L’imprenditore non pensa di trasformarsi in un’Agenzia per il lavoro (Apl). Anche se qualche mese fa ha avuto modo di scambiare due chiacchiere con il manager di una importantissima Apl, il quale gli ha confidato di non vedere di buon occhio un progetto come Applavoro.it, in quanto potrebbe agevolare la ricerca diretta di personale da parte delle aziende. Andando quindi a limitare l’importanza sul mercato delle Agenzie internali. Sperano infatti che presto il servizio diventi a pagamento per le aziende. «Io invece non la vedo così – confida Contemi - e penso che potremmo diventare un importante partner delle Agenzie interinali, che dovranno probabilmente sempre migliorare e perfezionare i servizi offerti. Sono certo che in Italia quello di cui c’è bisogno per un mondo del lavoro meritocratico sia un drastico cambio di mentalità. Sento troppe persone che continuano a ripetere che in Italia essere bravi e professionali non serve a nulla, perché tanto vanno avanti solo i raccomandati, che trovi un lavoro solo se hai conoscenze, e cosi via. Beh, io sono convinto che questo fosse vero forse 20 anni fa, ma oggi le cose sono cambiate».

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