giovedì 11 febbraio 2016
Sono in diminuzione del 10,7% rispetto all’anno precedente. La distribuzione per natura giuridica mostra che il 71,5% è dovuto alle persone fisiche, il 22% alle società di capitali, il 5,6% alle società di persone, mentre il restante 1% è costituito da "non residenti" e "altre forme giuridiche".
Nel 2015 aperte circa 510mila nuove partite Iva
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Nel corso del 2015 sono state aperte circa 510 mila nuove partite Iva, in diminuzione del 10,7% rispetto all’anno precedente. Confrontando i due periodi, occorre considerare che il 2014 è stato caratterizzato dall’apertura di un rilevante numero di partite Iva che hanno aderito al regime fiscale cosiddetto 'di vantaggio'. Lo rende noto il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) che ha diffuso l'Osservatorio partite Iva.Inizialmente la scadenza per aderire a tale regime, rileva il Tesoro, era infatti fissata al 31 dicembre 2014 (successivamente prorogata a dicembre 2015) e questa circostanza ha indotto molti soggetti interessati ad accelerare l’apertura della partita Iva nel 2014. Di conseguenza nel 2015 si è registrato un numero inferiore di aperture. Nel corso del 2015, anno in cui è stato possibile per i contribuenti scegliere tra il regime 'di vantaggio' e il nuovo regime 'forfettario' si sono registrate complessivamente circa 150mila aperture di partite Iva con adesione a uno dei due regimi agevolati.La distribuzione per natura giuridica mostra che nello scorso anno il 71,5% delle aperture di partite Iva è dovuto alle persone fisiche, il 22% alle società di capitali, il 5,6% alle società di persone, mentre il restante 1% è costituito da 'non residenti' ed 'altre forme giuridiche'. Rispetto al 2014, solo le società di capitali mostrano un aumento di avviamenti (+6,5%), confermando il trend positivo determinato anche dall’attrattività della nuova forma societaria (Srls - Società a responsabilità limitata semplificata), mentre persone fisiche e società di persone risultano in calo (rispettivamente del 15,2% e dell’8,9%).Riguardo alla ripartizione territoriale delle aperture, il 42,1% di esse è localizzato al Nord, il 22,5% al Centro ed il 35,3% al Sud e Isole; il confronto con l’anno precedente evidenzia che in tutto il Paese si è registrata una flessione di aperture (dal -17,9% della Provincia autonoma di Bolzano al -2,6% della Puglia), con la sola eccezione della Calabria (+1%). La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva (il 23,8% del totale), seguito dalle attività professionali (12,7%) e dall’agricoltura (11%). Rispetto al 2014 tutti i settori principali registrano decrementi del numero delle aperture, più accentuati nelle attività professionali (-34,2%) e nella sanità (-24,1%), nelle quali è tipicamente maggiore l’adesione al regime di vantaggio.In controtendenza solo l’agricoltura (+19,6%), settore influenzato delle novità normative 2015 riguardanti l’Imu sui terreni agricoli, che prevedono agevolazioni per gli imprenditori agricoli professionali. Per persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile: il 63% di aperture delle partite Iva riguardano il genere maschile.Circa il 46% delle aperture è dovuto a giovani fino a 35 anni ed il 34,6% alla classe 36-50 anni. Il confronto con l’anno precedente mostra riduzioni di aperture per le classi più giovani e un aumento per quelle più anziane (dal -25% della classe più giovane al +17,7% della più anziana). Questo andamento è spiegato dalla concentrazione di nuove aperture da parte di giovani osservate a dicembre 2014, per l’adesione al regime di vantaggio. Il 19,4%, ossia una nuova partita Iva su cinque, è avviato da un soggetto nato all’estero.
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