martedì 13 ottobre 2020
La Federazione lamenta un calo del fatturato per il 70% delle imprese e chiede sgravi fiscali, un piano per l'edilizia e il trasporto ferroviario. Il presidente: impieghiamo bene i fondi Ue
Il presidente di Anie

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La parola d’ordine per uscire dalla crisi è digitalizzazione. Da Anie – la Federazione che rappresenta l’industria elettrotecnica ed elettronica per i quattro settori strategici del trasporto ferroviario, energia, building e industria – arriva un appello al governo ad imboccare la strada di una profonda trasformazione del sistema produttivo. «Ora più che mai occorrono competenze, tecnologie, risorse e volontà politica. Le risorse oggi ci sono: i 209 miliardi del Recovery Fund ci offrono un’occasione unica di completare la trasformazione digitale del nostro paese» ha detto il presidente di Anie, Giuliano Busetto, nel corso dell’assemblea della Federazione di Confindustria. La pandemia – ha aggiunto – ha messo in evidenza l’importanza della digitalizzazione in tutti gli ambiti della nostra vita. Le imprese Anie forniscono tecnologie che vengono impiegate ovunque dalla casa all’industria, dai trasporti alle infrastrutture energetiche e di comunicazione».

Linea condivisa dal vicepresidente di Confindustria Gianni Brugnoli: non c’è un minuto da perdere. Avremo una tabella di marcia e la tempistica su come spendere i soldi la dobbiamo decidere già ora. Sabato mattina il centro studi di Confindustria ha dato i dati sul Pil che vedono un calo del 10% ed un ritorno a 26 anni fa. Partivamo da un –3% prima della pandemia e arriveremo quindi a –13%. Se l’anno prossimo facciamo un rimbalzo di 5–6% saremo a metà del guado». Ma serve una crescita robusta e costante per scongiurare una crisi lunga dieci anni. “Dobbiamo fare in modo che i fondi del Recovery fund ci consentano di mantenere quel 3% di crescita – ha aggiunto Brugnoli – Questa è una sfida Paese dove tutti devono fare la propria parte». Quattro le proposte rivolte al governo con una premessa metodologica: serve un quadro normativo chiaro che consenta alle imprese di accedere alle risorse europee con rapidità ed efficacia. La prima richiesta è dare priorità all’industria. Anie chiede un rafforzamento del Piano Transizione X.0 in termini di aumento delle aliquote e dei massimali di spesa degli incentivi fiscali. Il secondo punto è favorire il processo di digitalizzazione partendo dal settore delle costruzioni, uno dei più danneggiati, per i quali si propone un piano casa 4.0 e un’estensione dei bonus. La terza proposta è legata alla decarbonizzione: per il settore energetico è una sfida senza precedenti e va affrontata con coraggio. L’ultima richiesta riguarda i trasporti: occorre puntare sui sistemi European Rail Traffic Management System, sistema in grado di migliorare sicurezza e prestazioni e di ridurre i costi di manutenzione.

L’assemblea è stata anche l’occasione per fare il punto sugli effetti della pandemia. Nel primo semestre dell’anno il 71% delle imprese (1500 quelle aderenti ad Anie con oltre 500mila dipendenti e un fatturato annuo di 84 miliardi di euro) segnalano un calo del fatturato, rispetto all’anno precedente. Le stime sul secondo semestre dell’anno intercettano la riapertura delle attività successiva al lockdown: scende al 33% la quota delle aziende che dichiarano un’ulteriore flessione del fatturato. Sul fronte occupazionale emergono invece segnali di stabilità per oltre il 70% delle imprese.

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