mercoledì 10 agosto 2016
La Campania costituisce il maggiore bacino di produzione, sia per numero di aziende di trasformazione - su 120  operanti in Italia, 70 sono  campane, concentrate prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno - che per fatturato, circa 1,5 miliardi, oltre la metà di quello nazionale.
Al via la campagna di trasformazione del pomodoro
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Aperta nel bacino del Centro-Sud la campagna di trasformazione del pomodoro da industria: a dichiararlo ufficialmente Anicav, l’Associazione nazionale dell’industria conserviera, insieme delle organizzazioni sindacali campane di categoria Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil.La dichiarazione alla presenza delle istituzioni regionali della Campania con una visita a due stabilimenti produttivi, La Doria, nello storico stabilimento di Angri (Salerno), e La Torrente, nell'opificio di Sant’ Antonio Abate (Napoli). Le due aziende di trasformazione sono state simbolicamente scelte in rappresentanza di tutte le imprese presenti sul territorio campano. “Abbiamo condiviso e apprezzato da subito la proposta del sindacato – ha dichiarato il presidente dell’Anicav, Antonio Ferraioli –. L'iniziativa rappresenta un utile riconoscimento al settore: credo sia la prima volta, che la Regione Campania, con un gesto, seppure simbolico, come questo ha voluto dimostrare la giusta vicinanza al settore conserviero, riconoscendo il valore di un comparto tra i più importanti dell’economia nazionale e regionale. Auspico che l’attenzione dimostrata i possa essere la base da cui partire per attuare un processo di collaborazione con le istituzioni che sfoci in politiche industriali a sostegno delle aziende che si trovano ad operare, con non poche difficoltà, in un contesto non sempre semplice”. “Avviamo una campagna di trasformazione - ha aggiunto il direttore generale di Anicav, Giovanni De Angelis - nel bacino campano e più in generale nell'intero bacino del Centro Sud, che fa registrare una disponibilità di pomodoro abbastanza in linea con quanto chiesto dall'industria in sede di accordo con la parte agricola, tenendo conto della riduzione degli ettari messi a coltura e delle difficoltà climatiche e fitosanitarie. Il dialogo continuo tra tutti gli attori della filiera, anche attraverso il rispetto degli obblighi contrattuali, può sicuramente contribuire a dare il necessario impulso al comparto". La Campania costituisce il maggiore bacino di produzione di pomodoro trasformato, sia per numero di aziende di trasformazione - su 120  operanti in Italia, 70 sono  campane, concentrate prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno, dove sono presenti i principali gruppi del comparto agroindustriale, non solo a livello nazionale ma anche comunitario - che per fatturato, circa 1,5 miliardi, oltre la metà di quello nazionale: una Regione che è da sempre leader nei derivati del pomodoro, primo fra tutti il pomodoro pelato, che rappresenta una produzione di pregio delle aziende. "Ringrazio i sindacati e l’Anicav per aver voluto coinvolgere le istituzioni regionali in questa importante iniziativa - ha dichiarato Franco Alfieri, consigliere delegato all’Agricoltura del presidente della Campania -. Vogliamo testimoniare il forte interesse della Regione e del presidente De Luca per un settore che rappresenta un’eccellenza dell’economia campana. Il mio apprezzamento va al buon sistema di relazioni sindacali, che riscontro in questo settore, nella consapevolezza che solo attraverso la coesione tra tutti gli attori della filiera si potrà garantire la giusta competitività del nostro sistema agroindustriale". “È una iniziativa importante, quella intrapresa da sindacato, imprese ed istituzioni. Il nostro augurio ed il nostro impegno – ha detto Emilio Saggese, segretario generale Uila Campania e Napoli -  è che si accenda finalmente un faro su un settore che rappresenta una fetta considerevole dell’economia della nostra Regione lavorando in modo intelligente per dare risposte concrete ed immediate all’intero comparto. Restano, tuttavia, criticità che vanno immediatamente affrontate, ed ognuno per la parte di competenza. Lavorare affinché sul nostro territorio vengano rimosse quelle condizioni che fino ad ora hanno determinato il dislocamento di alcune aziende”. “Dopo la chiusura dell’accordo di campagna con l’Anicav, attraverso il quale ci siamo impegnati a lavorare insieme per contrastare l’utilizzo del lavoro irregolare e le situazioni di dumping contrattuale, chiedendo un’intensificazione dei controlli - ha affermato Giuseppe Carotenuto, segretario generale Flai-Cgil Campania -. È ora di passare a una fase propositiva e proattiva, grazie anche alla vicinanza della Regione Campania a un settore, quale quello conserviero, che crea grande occupazione e che necessita di tutela e valorizzazione per continuare ad essere uno dei comparti trainanti dell’economia regionale”. "La presenza del governo regionale a questa iniziativa rappresenta una svolta per come può essere inteso il comparto conserviero per lo sviluppo e l’occupazione in Campania –  ha infine detto Raffaele Tangredi, segretario generale Fai Cisl Campania -. Tutti i soggetti coinvolti si devono ora impegnare per istituire un marchio che rappresenti in Italia e nel mondo i prodotti tipici del conserviero campano, oltre a concretizzare l’idea di creare un’area omogenea che diventi distretto del conserviero per delocalizzare le attuali aziende ubicate nei centri abitati”.
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