lunedì 30 dicembre 2013
Ogni anno in Alto Adige vengono formati 2.400 giovani, dunque un'impresa artigiana ogni cinque occupa almeno un praticante.
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Anche nel corso del 2013 la situazione economica si è sviluppata in modo non particolarmente positivo per diversi settori dell'artigianato. Un dato emerso soprattutto nei valori relativi all'occupazione degli apprendisti, dimostratisi in diminuzione, ma anche in un'evidente mancanza di lavoratori qualificati. Nonostante questi elementi, gli artigiani altoatesini vogliono reagire alla disoccupazione giovanile, ai cambiamenti demografici e alle richieste di modelli lavorativi flessibili. È quanto emerge dai dati sull'anno quasi concluso e sulle aspettative per il 2014 di Apa-Confartigianato Bolzano, illustrati in una conferenza stampa, durante la quale è stato presentato anche il rapporto economico 2013 dell'associazione."Nonostante le nostre imprese siano strutturate con dimensioni ridotte e nonostante il momento difficile a livello economico, l'artigianato altoatesino - ha spiegato il presidente di Apa-Confartiganato Bolzano, Gert Lanz - ha saputo dimostrarsi anche nel corso del 2013 una rilevante potenza. Con le sue 13.099 aziende e i suoi 43.747 occupati, l'artigianato altoatesino realizza infatti annualmente un valore aggiunto da 2,4 miliardi di euro (68.000 euro di valore aggiunto per collaboratore) e 7,1 miliardi di fatturato (162.180 euro per occupato). L'artigianato risulta essere piuttosto attrattivo, in particolare tra i giovani, grazie alle sue 428 differenti attività artigianali. Da considerarsi positivo il dato che parla della nascita in provincia di 1,5 imprese artigiane al giorno".Negli ultimi cinque anni il numero delle imprese artigiane è rimasto sostanzialmente costante. Il 92% delle imprese di settore evidenzia l'artigianato come attività principale, mentre ogni terzo degli artigiani svolge l'attività di muratore, acconciatore, elettrotecnico, falegname, pittore/verniciatore o trasportatore di merci. "La principale crescita di aziende si è materializzata tra i designer di unghie, tra i boscaioli, tra i designer multimediali e in ambito di imprese di pulizia. Perdite significative si sono viceversa registrate tra i pulitintori, tra gli autotrasportatori e tra gli scultori in legno", ha sottolineato Lanz. Ogni anno in Alto Adige vengono formati 2.400 apprendisti, dunque un'impresa artigiana ogni cinque occupa almeno un praticante. "Il fenomeno della crescente disoccupazione giovanile - ha spiegato il direttore di Apa-Confartigianato Bolzano, Thomas Pardeller - sta purtroppo colpendo anche l'Alto Adige. Negli ultimi 12 mesi il 64% degli intervistati ha dichiarato di non aver avuto a disposizione alcun posto per apprendista". Le ragioni derivano principalmente da un rapporto costo/opportunità troppo ridotto, dall'eccessivo dispendio burocratico e dall'assenza di personale qualificato: "La maggior parte degli artigiani - ha aggiunto Pardeller - vede nella formazione degli apprendisti e nell'assegnazione di un posto da praticante un elevato potenziale per avvicinare i giovani ai lavori pratici. Per raggiungere questo obiettivo, servirà tuttavia modificare importanti condizioni di base a livello politico". I cali più evidenti per quanto concerne il numero degli apprendisti si sono registrati nelle professioni dei carrozzieri, dei pittori e dei verniciatori, dei muratori e dei falegnami. Marcata viceversa la crescita in ambito di lattonieri edili e artistici, panettieri, macellai e congegnatori meccanici.Quanto alle priorità individuate per il prossimo anno, il presidente Lanz ha indicato la collaborazione con la politica locale che dovrà essere intensificata, l'introduzione di misure concrete per combattere la disoccupazione giovanile, la garanzia dei servizi di vicinato, una sensibilizzazione effettiva in ambito di prezzi di energia e corrente e il rafforzamento del sistema delle garanzie e dei finanziamenti.
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