martedì 23 ottobre 2012
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La manovra contenuta nella Legge di stabilità porterà benefici al 99 per cento dei contribuenti (singoli), come sostiene il ministro dell’Economia Vittorio Grilli? O penalizzerà pesantemente le famiglie come si indica da più parti? Il dilemma è stato sciolto – ma solo parzialmente – dall’Istat questa mattina. Secondo il presidente dell’istituto di statistica, Enrico Giovannini, infatti, il 77% delle famiglie ricaverà un beneficio dalla diminuzione delle prime due aliquote Irpef nonostante il tetto alle detrazioni e la franchigia sulle deduzioni. Per un altro 14% di nuclei l’effetto sarà praticamente nullo, mentre il rimanente 9% subirà un aggravio di imposte.Tutto bene, allora, per la grande maggioranza delle famiglie? Non proprio, perché lo stesso presidente dell’Istat ha precisato che le stime dell’istituto non tengono conto del contemporaneo aumento di un punto dell’Iva, che avrà effetto sui prezzi dell’80% dei beni di consumo. Ed è proprio dal combinato disposto tra diminuzione Irpef, tetto alle detrazioni e aumento dell’Iva che le famiglie rischiano un aggravio di spesa, anziché un risparmio.Con un’aggravante, segnalata sempre dall’Istat. Sia per i benefici sia per gli aggravi, ad essere particolarmente penalizzate sono le famiglie con figli. Peggio se con bambini piccoli. Perché sono, assieme agli incapienti (cioè coloro che hanno redditi così bassi da non pagare imposte e non operare detrazioni) i nuclei più esposti sul fronte dell’aumento dei prezzi. Famiglie nelle quali, spesso, entra un solo stipendio e quindi un solo soggetto può beneficiare della riduzione delle aliquote Irpef. Le storture del nostro sistema di tassazione, basato sul singolo contribuente anziché sulla famiglia nel suo complesso, mostra ancora una volta di essere ingiusto e penalizzante.
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