sabato 17 giugno 2017
Il gigante dell'ecommerce pronto a offrire 9 miliardi di euro per la piattaforma che agevola la collaborazione nell'era del lavoro agile
Stewart Butterfield, fondatore e Ceo di Slack (via Flickr https://flic.kr/p/5S8ffZ)

Stewart Butterfield, fondatore e Ceo di Slack (via Flickr https://flic.kr/p/5S8ffZ)

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Amazon non ha ancora finito di fare la spesa. Dopo avere completato la sua maggiore acquisizione di sempre, quella della catena di supermercati biologici WholeFoods, il colosso del commercio elettronico si prepara — secondo quanto riferito dall’agenzia Bloomberg — a lanciare un’offerta da 9 miliardi di dollari per Slack, uno dei grandi “unicorni” della tecnologia, come vengono chiamate le società non quotate in Borsa che hanno valutazioni superiore al miliardo di dollari.

Comprando Slack, Amazon andrebbe ad attaccare uno dei pochi settori in cui ancora non si è fatta spazio: quello delle applicazioni aziendali, storicamente un business in cui è Microsoft a farla da padrone. Non a caso l’azienda fondata da Bill Gates, che nel 2011 ha speso 8,5 miliardi di dollari per conquistare il programma di chat Skype, a fine 2016 ha lanciato un nuovo sistema, chiamato Teams che fa lo stesso lavoro di Slack: agevolare la collaborazione all'interno di un gruppo di lavoro.

Slack è infatti una piattaforma online che offre — sia in versione gratuita che, con qualche servizio aggiuntivo, a pagamento — la possibilità di creare “ambienti” virtuali di lavoro in cui si può fare praticamente tutto ciò che si fa in un ufficio fisico: riunioni, conversazioni a piccoli gruppi o a due, condivisione di file e agende, collaborazione su singoli progetti. Slack è «dove il lavoro accade», come recita lo slogan di questa azienda nata da un fallimento: il suo fondatore, Stewart Butterfield, aveva sviluppato un gioco online chiamato Glitch in cui i giocatori collaboravano alla creazione di un mondo condiviso, ma la gestione del gioco si era rivelata troppo costosa e quindi Butterfield ha chiuso baracca, per concentrare la sua squadra solo sullo sviluppo del sistema di messaggi che i programmatori di Glitch usavano per discutere tra loro.

Da quel sistema nel febbraio 2014 è nato Slack, che oggi è un piccolo gioiello usato da 5 milioni di utenti in tutto il mondo (compresi i dipendenti del 40% delle aziende quotate alla Borsa di Londra, avverte il fondatore) e capace di fare 200 milioni di ricavi all’anno. La sua crescita, spinta dalla diffusione del cosiddetto “lavoro agile” in cui non ha importanza il luogo fisico da cui si opera, è stata straordinaria: se all’inizio i collaboratori di Butterfield dovevano sforzarsi per convincere gli amici a provarla, già nei primi tre aumenti di capitale per finanziare la sua crescita l’azienda ha raccolto 450 milioni di dollari.


Un anno fa, con un quarto finanziamento, ha raggiunto una valutazione di 3,8 miliardi di dollari e in questi giorni sta organizzando una nuova raccolta da mezzo milione, per una valutazione di qualcosa di più di 5 miliardi. È in questo contesto che si sarebbe fatta avanti Amazon, con una proposta indecente nell’ordine dei 9 miliardi di dollari.

Il gigante di Jeff Bezos controllando Slack potrebbe lavorare su nuovi progetti di crescita, spiega Bloomberg: dall’inserimento negli uffici della sua piattaforma a controllo vocale Alexa alla proposta di prodotti da comprare direttamente sul posto di lavoro. Un passo in avanti verso quella crescita tentacolare attraverso la quale, come avvertiva ieri il Wall Street Journal, i grandi gruppi della tecologia si stanno comprando l’intera America.


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