martedì 29 ottobre 2013
​Unioncamere: solo 13mila aziende in più. Spiragli dagli under 35: in 100mila ci credono. È la piccola risposta delle nuove generazioni a disoccupazione e sfiducia. Anche al Sud (di Giuseppe Matarazzo)
Lara Comi: «In Europa ci sono grandi opportunità»
EDITORIALE La carica dei Centomila e le assurde «tagliole» di Francesco Riccardi
COMMENTA E CONDIVIDI
​Reagire, provarci. Nonostante la crisi. Dall’inizio dell’anno, un vero e proprio esercito di italiani «under 35» ha deciso di tentare la carta dell’impresa scegliendo di mettersi... in proprio. Delle quasi 300mila imprese nate tra l’inizio dell’anno e la fine di settembre, infatti, oltre 100mila (il 33,9%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età. Sfidando così la congiuntura negativa che purtroppo sta letteralmente frantumando professionalmente la fascia dei più giovani. Gli ultimi dati dell’Istat di sabato scorso parlano chiaro: in Italia ci sono 3 milioni di disoccupati e altrettanti di sfiduciati. Sei milioni a casa, il 50% sono giovani e il 60% abita al Sud. Così i numeri di Unioncamere di ieri, presentati nel corso della 138esima assemblea a Genova, danno uno spiraglio di fiducia. Sono il segnale che qualcosa si muove, nonostante tutto. Che c’è un barlume di dinamismo che mantiene accesa la speranza. La culla di questa vitalità imprenditoriale è proprio il Sud, dove ha sede il 38,5% delle nuove imprese giovanili, con quasi 40mila attività aperte in nove mesi. I settori in cui i giovani sembrano individuare le maggiori possibilità di successo sono quelli del commercio (dove opera il 20,5% delle neo-imprese giovanili), delle costruzioni (9,4%) e dei servizi di ristorazione (5,6%). Nella grande maggioranza dei casi (il 76,8%) si tratta di imprese individuali, la forma più semplice – ma anche la più fragile – per operare sul mercato. «C’è una generazione di giovani che non si rassegna a lasciare l’Italia per costruirsi un futuro – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – né si arrende al vento della protesta ma si rimbocca le maniche e guarda con coraggio al domani. Sono giovani che escono dal mondo della scuola ma anche, spesso per colpa della crisi, dal mondo del lavoro e che hanno trovato la forza di puntare su un’idea e sulle proprie competenze. A questi italiani dobbiamo intanto dire grazie per l’esempio che danno».I dati complessivi dal registro delle imprese delle Camere di Commercio, restano tuttavia negativi: il saldo tra aperture e chiusure di aziende nel terzo trimestre è stato pari a +12.934 unità ed è il più basso della serie degli ultimi dieci anni. A determinarlo 76.942 iscrizioni di nuove imprese (+1.923 rispetto allo stesso trimestre 2012) e 64.008 cessazioni di esistenti (+3.498 unità sull’anno scorso). Dati, sottolinea Unioncamere, «che rispecchiano le difficoltà dell’economia reale del Paese».Per superare la crisi italiana lo sguardo potrebbe andare in Europa e alle opportunità che offre. Lo evidenzia il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, intervenendo ieri a un convegno dell’Abi: «La "garanzia giovani" dell’Ue rappresenta un impegno vero e non è solo un sogno. Ci sono in Italia 80mila imprese con più di 20 dipendenti, basterebbe che ognuna si impegnasse a far fare uno stage o un tirocinio a un giovane uscito dalla scuola e avremmo 160 mila ragazzi che per 6 mesi imparerebbero, non a fare le fotocopie, ma a conoscere come è fatta un’azienda».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: