sabato 21 maggio 2016
​I ministri delle Finanze del G7 riuniti in Giappone: l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue dopo il referendum del 23 giugno avrebbe conseguenze mondiali. Tra i temi affrontati il contrasto al terrorismo.
Allarme Brexit: uno choc per l'economia
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La Brexit, l'eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Ue dopo il referendum del 23 giugno, sarebbe uno "choc" metterebbe in pericolo l'economia mondiale". Lo affermano i ministri delle Finanze del G7 a conclusione della due giorni di riunione in Giappone. "Le incertezze sono aumentate, con i conflitti geopolitici, il terrorismo, il flusso di rifugiati e lo shock di una eventuale uscita dell'Unione Europea complica il clima economico mondiale", si legge nel documento finale. "Tutti i partecipanti si sono trovati d'accordo che la Brexit sarebbe un danno per l'economia britannica e quella dei partner" ha detto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco in un'intervista riportata sul sito del Il Sole 24 ore al termine del G7 del Giappone rilevando come siano stati discussi i rischi geopolitici fra cui il tema dei rifugiati, giudicato uno dei maggiori problemi dell'Europa, e appunto il referendum della Gran Bretagna. Conferma degli accordi sulle oscillazioni dei tassi di cambio valutari senza fissare alcun target predefinito; misure di contrasto al finanziamento del terrorismo, ma anche un richiamo all'aumento delle incertezze globali, al rischio Brexit e crisi dei rifugiati. Questi i temi principali affrontati dal G7 che si è chiuso in Giappone. Nella nota, diffusa dalla presidenza giapponese del vertice, si precisa che sulla questione dei tassi di cambio sono stati confermati gli accordi presi in passato ribadendo la formula secondo cui "un eccesso di volatilità e movimenti disordinati" dei tassi di cambio possono avere un impatto negativo sulla stabilità economica, e che devono essere evitate svalutazioni competitive. Il G7 mette in evidenza come il rischio Brexit, la crisi dei rifugiati e la minaccia del terrorismo rendano più complicato la situazione economica e si impegna anche ad abbassare la soglia delle transazioni internazionali in contanti.
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