mercoledì 16 luglio 2014
Sindacati convocati dalle 21. Camusso: «Se i testi rimangono quelli di stanotte, siamo pronti a firmare». Mentre sugli esuberi «diciamo no, l'azienda scarica sui lavoratori tutte le responsabilità».
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"Sul contratto e sul costo di lavoro, se i testi rimangono quelli di stanotte, siamo pronti a firmare". Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, parlando di Alitalia a margine di un dibattito sulla Pa organizzato dal sindacato. C'è "la necessità di salvare l'Alitalia", per cui "diamo una valutazione positiva del piano" di rilancio, ma "la decisione che è stata convenuta sabato" sugli esuberi "non è positiva perché scarica sui lavoratori tutte le responsabilità".La Cgil, tuttavia, fa sapere che non firmerà l'intesa, fra sindacati e azienda, del 12 luglio che prevede il licenziamento di circa 1.000 dipendenti di Alitalia in vista dell'ingresso del vettore emiratino Etihad nel capitale della compagnia aerea italiana. La mancata firma del sindacato guidato da Susanna Camusso, secondo quanto detto dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, non dovrebbe avere conseguenze pratiche dato che i sindacati che rappresentano la maggioranza dei dipendenti hanno dato il loro assenso.Ma intanto Lupi sta raccogliendo al tavolo del ministero un malumore crescente da parte dei sindacati che hanno incominciato a mettere giù pregiudiziali.Una delle divergenze maggiori riguarda l'introduzione del contratto nazionale di lavoro per il settore, fortemente voluto da Cisl e Cgil, una sorta di compensazione per i licenziamenti e il contributo di solidarietà di circa 30 milioni che i lavoratori verseranno nel secondo semestre. Ma il nuovo Ccnl è altrettanto fortemente osteggiato dalla Uil e dalle associazioni professionali: comporterebbe l'introduzione delle regole sulla rappresentanza che darebbero la preminenza ai sindacati confederali a discapito delle associazioni di piloti ed assistenti di volo. Altri sindacati, lamentano lo scambio licenziamenti contro salario. Certamente l'assenza di una intesa non bloccherebbe l'eventuale procedura di mobilità ma molto probabilmente la rallenterebbe.DOCCIA FREDDALa doccia fredda è arrivata in chiusura di una giornata tutta all'insegna dell'ottimismo e a poche ore dal cocktail che l'amministratore delegato di Etihad James Hogan offrirà stasera a Roma ad una nutrita platea di personalità per festeggiare il nuovo volo diretto Roma-Abu Dhabi. Nella conferenza stampa di stamattina Hogan si è detto soddisfatto dell'andamento della trattativa per l'acquisto del 49% di Alitalia, ed è apparso molto determinato a raggiungere l'obiettivo alle proprie condizioni. Hogan vuole un "brand Alitalia rivitalizzato e un'azienda ridimensionata per mantenere un equilibrio economico di lungo periodo". Proprio le cose che la Cgil ha contestato nella sua risposta a governo ed azienda. Anche l'ad della compagnia italiana Gabriele Del Torchio, dopo l'incontro con il numero uno di Etihad, ha detto che con le banche debitrici è stato trovato un accordo - "sono tutte allineate" - e che si aspetta un atteggiamento responsabile da parte di tutti.La Camusso ha comunicato la propria posizione in una lettera inviata a Lupi nel pomeriggio: "La Cgil e la Filt confermano la non sottoscrizione dell'intesa così come si è determinata il 12 luglio 2014".La decisione viene spiegata con "l'incomprensibile posizione dell'azienda Cai che ha respinto qualsiasi mediazione utile ad evitare la messa in mobilità e i licenziamenti, rifiutando la proposta, ritenuta percorribile anche dal ministero del Lavoro, di utilizzo della Cigs per accompagnare lo sviluppo del piano industriale".Nella lettera la Cgil ribadisce che quello di Etihad "è un piano molto prudente che però si muove, a differenza di quello targato Air France, nella direzione giusta: più qualità e più rotte intercontinentali".Hogan questa mattina ha ricordato che ci sono ancora due settimane per poter chiudere: un tempo abissale nella pratica dei sindacati italiani. Che cerca sempre di chiudere all'ultimo momento.
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