venerdì 31 ottobre 2008
La cordata sospende il Cda dopo la mancata firma di piloti e hostess al «lodo Letta». Ore di tensione poi nuovo vertice a Palazzo Chigi. L’Anpac: lunedì assemblea.
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TUTTO IN UN GIORNO. La nuova Alitalia targata Cai parte quanto tutto sembrava perduto. Un decollo in extremis, l’ultimo giorno utile, e a rischio: cinque delle nove sigle sindacali, tra cui quelle di hostess e piloti, hanno detto no a Colaninno e non sono salite a bordo.L’offerta per comprare la «polpa» della vecchia Alitalia è arrivata alle 8 di sera, dopo una giornata convulsa e a tratti drammatica. Nel pomeriggio di ieri infatti la Compagnia italiana era orientata a ritirarsi, dopo avere raccolto un sì sofferto solo da Cgil, Cisl Uil e Ugl. Poi il ripensamento, dopo un secondo passaggio a Palazzo Chigi con i sindacati confederali. Alla fine il cda della Cai ha fatto sapere di avere presentato l’offerta al commissario di Alitalia Augusto Fantozzi «una volta ricevuta la conferma della sottoscrizione da parte di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl trasporti dei nuovi contratti di lavoro e dei criteri di selezione dei lavoratori della nuova compagnia». L’offerta, si precisa, resta «condizionata a una decisione non pregiudizievole» della Commissione Europea e al via libera dell’Antitrust.I sindacati ribelli hanno confermato in serata che non firmeranno un’intesa che comporterebbe «un deciso aggravio delle penalizzazioni in capo ai lavoratori sia in termini contrattuali che occupazionali». Lunedì, giorno in cui l’offerta sarà esaminata, le cinque sigle (maggioritarie tra piloti e assistenti di volo) terranno un’assemblea informativa di tutti i lavoratori coinvolti. La lunga giornata era cominciata intorno alle 12 a Palazzo Chigi quando davanti al sottosegretario Gianni Letta si sono riunite le nove sigle sindacali e, per la Cai, Roberto Colaninno e l’ad Rocco Sabelli. Ci sono anche i ministri Scajola, Matteoli e Sacconi e il commissario Fantozzi. Dopo giorni di sospetti e l’ultima rottura tra le parti il clima non è buono. Colaninno chiarisce subito che non si sono margini per trattare: «Oggi le condizioni sono queste, ma il contratto non è un modello definitivo e potrà essere migliorato. Ho un po’ di amarezza, pensavo che ci fosse un rapporto fiduciario tra le parti».Di fiducia invece ce n’è ben poca. Tanto che le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si decidono a firmare, dopo una pausa di riflessione intorno alle 15, solo quando Gianni Letta si propone come «garante dell’intesa». In pratica il sottogretario ha presentato un documento di premessa agli accordi in cui le parti concordano che le eventuali controversie saranno sottoposte al suo «giudizio insindacabile». I quattro sindacati firmano il «lodo Letta» ma le altre cinque sigle non li seguono: sono i piloti di Anpac e Up, gli assistenti di volo di Avia e Anpav e l’Sdl, che raccoglie anche personale di terra.Di lì a poco si riunisce il Cda della Cai. Deve decidere se andare avanti comunque o ritirarsi. Intorno alle 17 trapela dal vertice che non ci sono le condizioni per presentare l’offerta di acquisto, mancando il via libera di parte dei sindacati. È un no che per un paio d’ore sembra far precipitare definitivamente il salvataggio di Alitalia. In un clima di caos e crescente apprensione il commissario dell’Enac Vito Riggio mette subito in chiaro che senza l’offerta vincolante di Cai «verrebbe meno anche la licenza di volo per Alitalia» e che nel giro di pochi giorni gli aerei della compagnia sarebbero messi a terra. In realtà la decisione della cordata non è ancora ufficiale né definitiva. Probabilmente tra le fila del multiforme gruppo di imprenditori (attualmente 16 soci) ci sono sensibilità diverse. I tentativi di impedire il crac non si fermano. Ci sono contatti incrociati e una telefonata tra Silvio Berlusconi e Roberto Colannino. Qualcosa si muove. Il Cda della Cai non smobilita, resta «sospeso».Intorno alla 19 torna in campo Palazzo Chigi: c’è tempo fino alle 22 per firmare gli accordi. Poco dopo i quattro sindacati che già avevano siglato il «lodo Letta» tornano per siglare tutti i documenti. Arrivano anche Colaninno e Sabelli. La situazione si sblocca e la Cai decide di andare avanti. Le sigle ribelli però non ci stanno. E sul decollo della nuova compagnia resta la zavorra del loro «no».L'APPELLO DI FINI. «Credo che nessuno possaauspicare il fallimento di Alitalia. Il mio auspicio è che i piloti e il personale navigante, si assumano al pari degli altri le loro responsabilità e quindi consentano la nascita della nuova compagnia e il decollo di questa nuova fase del trasporto aereo». È l'appello lanciato qualche ora fa dal presidente della Camera Gianfranco Fini, parlando con i giornalisti a Istanbul durante la sua visita ufficiale in Turchia. «È noto - ha aggiunto Fini - che nell'ambito dei piloti, del personale navigante e di quello di terra, c'è un pluralismo di sigle sindacali. Ed è importante che tutti si assumano la responsabilità di consentire alla Cai di iniziare salvando così Alitalia».
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