martedì 6 maggio 2014
​Otto nuovi modelli entro il 2018, tutti costruiti in Italia, 5 miliardi di euro di investimenti e 400 mila auto prodotte rispetto alle 74.000 attuali: questo l'ambizione programma annunciato a Detroit
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Più che ambizioso, il progetto è rivoluzionario. Non solo per i numeri, ma per la sostanza industriale che la sfida lanciata da Marchionne comporta. Trasformare l’Alfa Romeo che oggi produce 74.000 auto l’anno in una macchina da guerra da 400.000 pezzi, sembra un’impresa da prestigiatore. E il traguardo entro il quale confezionare l’opera, il 2018, è molto più vicino di quanto possa sembrare.

In realtà il rilancio del marchio, più volte sottinteso e annunciato ufficialmente oggi a Detroit, ha contenuti di sostanza ancora più coraggiosi. Il marchio del Biscione oggi è rimasto con due soli modelli di volume in gamma (MiTo e Giulietta), per giunta datati rispettivamente 2008 e 2010. Oltre alla nuova 4C, coupè tanto bella quanto destinata solo a pochi, che serve soprattutto a risollevarne l’immagine per tenere viva l’eredità qualitativa e di fascino che Alfa continua a mantenere, soprattutto all’estero.

È questo il patrimonio che il Gruppo vuole e deve conservare, trasformando prodotti attualmente buoni ed affidabili, ma non eccelsi, in auto di livello premium. Cambiando segmento e target, attraverso sinergie con Maserati e Ferrari, icone indiscusse che all’estero innamorano e stravendono.

Cinque miliardi di euro di investimenti, otto nuovi modelli in quattro anni (tutti costruiti in Italia) e 150 mila auto vendute solo in Nord America, mercato più volte annunciato, atteso e sinora ancora vergine per Alfa: questo il fulcro del programma sul quale stanno lavorando – ha spiegato Harald Wester, capo del marchio – oltre 200 ingegneri con la consulenza di capi progetto «presi in prestito» dalla Ferrari.

Una delle prime novità sarà un Suv di grandi dimensioni su base Maserati prodotto a Mirafiori e motorizzato con i propulsori turbodiesel della VM di Cento (Ferrara) che Fiat ha da poco riacquistato dagli americani. Ma la grande svolta è rappresentata dalla nuova piattaforma che consentirà la produzione - non prima del 2017 - di modelli a trazione posteriore: un ritorno al passato che gli alfisti aspettano da vent’anni. Il centro logistico Alfa diventerà la fabbrica di Cassino dove, insieme alla Giulietta – che continuerà ad essere prodotta al contrario della MiTo – verranno costruite la nuova Giulia (una berlina destinata a sostituire la 159) e le sue evoluzioni, mentre un crossover dovrebbe uscire dalle linee di Melfi.

«Abbiamo capito quello di cui avevamo bisogno, ovvero resettare tutto e tornare alle nostre radici», ha detto Harald Wester aprendo la sua presentazione a Detroit, citando Enzo Ferrari. Un nome che dice tutto e indica la direzione della svolta.

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