lunedì 10 settembre 2012
​Due operai e sei appartenenti alle forze dell'ordine sono ricorsi alle cure mediche dopo gli scontri davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico, dove si è svolto un incontro tra governo, Regione, sindacati e azienda. Confermato l'interesse dell'azienda svizzera Klesch. Tentata aggressione a Fassina (Pd).
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​Circa 600 operai dell'Alcoa di Portovesme hanno manifestato per l'intera giornata a Roma contro la chiusura dell'impianto che costerebbe il posto di lavoro a centinaia di persone, mentre al ministero dello Sviluppo si è svolto un incontro tra governo, Regione, azienda e sindacati nel tentativo di trovare un acquirente per il sito sardo dell'alluminio.Secondo quanto emerso dalla riunione, la svizzera Klesch avrebbe mostrato un interesse formale per l'impianto, e Alcoa sarebbe disponibile a trattare dopo che a giugno aveva rifiutato l'offerta dello stesso gruppo ginevrino reputandola non adeguata. La notizia è stata confermata a Reuters dallo stesso fondatore dell'azienda, Gary Klesch.In serata però il gruppo statunitense Alcoa sembra frenare affermando di avere in corso alcuni contatti ma di non aver ricevuto ancora nessuna proposta di interesse "percorribile".La riunione al ministero è ancora in corso e il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, che da poco si è unito alla discussione, si è limitato a dire che la vertenza Alcoa "non è un caso impossibile" senza chiarire se vi sia una concreta trattativa con qualcuno. Al momento governo e Alcoa stanno dibattendo su un rallentamento della procedura di spegnimento delle celle: l'azienda ha offerto una settimana di rallentamento delle procedure, il governo sta insistendo per giungere a fermare la procedura fino alla fine del mese, secondo quanto riferito da fonti sindacali.In gioco, oltre a Klesch, ci sarebbe un altro gruppo svizzero, Glencore.Alcoa, che ha avviato dal primo settembre lo spegnimento dell'impianto di Portovesme, ha deciso la chiusura entro la fine dell'anno nell'ambito di un progetto di riorganizzazione dei suoi impianti. In questo caso sarebbero a rischio centinaia di posti di lavoro, che si andrebbero ad aggiungere ai circa 500 a rischio nella miniera Carbosulcis, che si trova sempre nella stessa area in Sardegna.
SINDACATI IN CORTEO: MANCA POLITICA INDUSTRIALEAlla riunione il governo è stato rappresentato per quasi tutto il giorno dal sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti, cosa che ha ulteriormente acceso gli animi alimentando la protesta."Vogliamo un ministro, lì non c'è nessuno. Se chiude la fabbrica il Sulcis è morto, faremo la guerra in Sardegna, non abbiamo più niente", ha urlato nel pomeriggio alla telecamera di Sky un giovane operaio.Nel corso degli scontri la polizia in assetto anti sommossa ha usato il manganello contro alcuni manifestanti che cercavano di sfondare la barriera.Vittima della protesta anche il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, che si era recato davanti al ministero per mostrare la vicinanza del suo partito ai manifestanti, ed è stato insultato, spintonato e costretto ad allontanarsi.Nel fine settimana, Passera ha detto che ancora non vi era alcuna seria manifestazione di interesse dopo che venerdì sera Alcoa ha comunicato di non aver ricevuto dal 1° agosto nessuna nuova e concreta manifestazione di interesse da parte di potenziali acquirenti per l'impianto di Portovesme.Il fondo tedesco Aurelius, che aveva mostrato un concreto interesse, si è ritirato dalle trattative a inizio agosto.Una delle difficoltà principali a trovare un nuovo compratore è l'alto costo dell'energia in Italia tanto che il ministero, in uno scambio di comunicazioni che ha avuto la scorse settimana con Glencore ha promesso uno sconto sulle tariffe per 15 anni nel caso in cui rilevassero il sito sardo.Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha detto: "L'Italia non ha una politica industriale da vent'anni. Abbiamo bisogno di energia a costi più bassi. Alcoa è solo uno di tanti esempi che ci sono nel Paese, paghiamo per l'energia più di chiunque altro".E per affrontare i problemi energetici della Regione, in particolare di Carbosulcis e di Alcoa si sono incontrati stamani il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, e l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. Conti "ha assicurato la disponibilità a studiare i progetti che le istituzioni presenteranno", spiega una nota.
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