Aiuti di Stato più facili per piccoli aeroporti e porti, per favorire investimenti e crescita. È il principio di base dell’estensione delle esenzioni alle regole sugli aiuti di Stato (in generale vietati nell’Ue) annunciato oggi dal commissario europeo alla Concorrenza Margarethe Vestager.

Nuove regole per tutti i Paesi

«Le regole Ue sugli aiuti di Stato riguardano tutti i Paesi Ue – ha spiegato la danese – i cambiamenti di oggi faranno risparmiare loro tempo ed eviteranno difficoltà quando investono» in queste aree. L’occhio è rivolto anche al piano di investimenti del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. L’idea è inoltre di consentire all’esecutivo Ue, ha spiegato ancora Vestager, di «focalizzarsi sugli aiuti di Stato che hanno il maggiore impatto sulla concorrenza nel mercato unico». Con le nuove regole, gli stati potranno effettuare investimenti pubblici in aeroporti con traffico fino a tre milioni di passeggeri l’anno senza dover chiedere l’autorizzazione a Bruxelles.

Interessati 420 aeroporti

Interessati oltre 420 scali Ue, per circa il 13% del traffico aereo. Gli stati potranno inoltre concedere aiuti per i costi di gestione di aeroporti fino a 200.000 passeggeri. Vestager ha però precisato che «questo vale per aeroporti già esistenti, non per creare aeroporti "fantasma"». Inoltre gli aiuti non potranno esser concessi ad aeroporti situati entro 100 chilometri da un altro scalo, né essere trasferiti, ad esempio per favorire compagnie low cost. Sul fronte dei porti, le autorità pubbliche potranno investire fino a 150 milioni di euro in quelli marini e fino a 50 milioni in quelli fluviali e lacustri senza interpellare Bruxelles. Inclusi nelle esenzioni anche gli investimenti sul fronte culturale e strutture sportive polifunzionali, nonché per le aree ultraperifiche (i territori d’Oltremare di stati come Francia o Olanda).