Marcello Minenna, dg dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - Archivio
Droga, rifiuti, medicinali e capi di abbigliamento contraffatti. Sono queste le categorie merceologiche che nel 2020 rispetto al 2019 hanno registrato il maggiore incremento nei quantitativi di merce sequestrata dalla Direzione Antifrode dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm). È il caso della droga, con una crescita che, in un solo anno, ha visto triplicare i quantitativi sequestrati: nel 2020 sono stati sequestrati 27.895 chilogrammi di stupefacenti rispetto ai 9.512 chili del 2019. Un incremento che si deve quasi interamente all'attività nei porti e, in particolare, a quanto realizzato a Gioia Tauro, dove dai 1.930 kg sequestrati nel 2019, si è passati a ai 6.447 del 2020 e dove, da quando il nuovo direttore generale, Marcello Minenna, ha assunto l’interim della direzione regionale (gli ultimi tre mesi) sono stati sequestrati ben 2.670 Kg. Oppure i rifiuti: sequestrati nel 2020 7,31 milioni di chili a fronte dei 2,25 milioni del 2019. Più che triplicati. Anche in questo caso, la maggior parte nei porti (oltre sette milioni di kg). Crescono anche i sequestri di medicinali: 2.192 chili nel 2020 rispetto ai 1.509 del 2019. In questo caso, le maggiori quantità sono state sequestrate negli aeroporti (1.025 kg), nonostante il calo dei viaggiatori dovuto alla pandemia, ma i sequestri di medicinali nei porti, in quantità trascurabili in termini di peso nel 2019, sono passati a 950 chili nel 2020. Per quanto riguarda la contraffazione in ambito moda-abbigliamento, scarpe e accessori - la quantità di merce sequestrata è quasi quadruplicata: da 1,56 milioni di pezzi nel 2019 a 5,71 milioni nel 2020. Anche in questo caso la maggior parte nei porti (4,58 milioni di pezzi nel 2020 a fronte di 1,1 nel 2019), mentre si nota che a causa della pandemia sono crollati i sequestri ai valichi di frontiera (659 pezzi nel 2020 rispetto agli 8.754 nel 2019) ma aumentati negli aeroporti nonostante il calo dei viaggiatori (909 mila nel 2020 contro i 47 mila nel 2019).
Stabili o in calo i sequestri di merce solitamente al seguito dei passeggeri a causa della forte contrazione del traffico dovuta alla pandemia. Si pensi, per esempio, che da 193 milioni di passeggeri nel 2019 si è passati a soli 53 milioni nel 2020. A fronte di una riduzione dei passeggeri del 72,5 per cento, il denaro sequestrato negli aeroporti è rimasto sostanzialmente stabile (da 6,46 milioni di euro nel 2019 a 6,28 milioni nel 2020), mentre dove si è avuto il crollo è comprensibilmente nei sequestri ai valichi di frontiera (da quasi 9 milioni a 215 mila euro).
I sequestri legati al tabacco sono passati dai 56 mila chili del 2019 ai 45 mila chili del 2020, con un aumento nei porti, un dimezzamento negli aeroporti e una riduzione ad un terzo ai valichi di frontiera.
Stabili i sequestri di generi alimentari (373 mila chili nel 2020 rispetto ai 363 mila del 2019), anche qui con una forte prevalenza di sequestri nei porti (325 mila) e una diminuzione negli aeroporti.
Dovuto probabilmente al calo della domanda causato dalla pandemia il crollo dei sequestri di automobili, motocicli e parti di ricambio: da 370 mila pezzi nel 2019 a 12.777 nel 2020.
Infine, i sequestri di mascherine, per le quali ovviamente non esiste un raffronto con il 2019, anno pre-pandemia: in tutto il 2020 ne sono state sequestrate 18,23 milioni di pezzi (7 milioni nei porti, quasi 4 milioni negli aeroporti, 1,67 milioni ai valichi di frontiera, 5,56 milioni presso altre dogane).
Un netto cambio di marcia dunque nelle attività di sequestro che, sotto la guida di Minenna, continua a essere posta in essere dalla Direzione Antifrode di Adm.