mercoledì 27 settembre 2017
L’82% è appagato dal bilanciamento lavoro-privato. L'87% è disposto ad andare all'estero, ma è insicuro con le lingue (29,1%)
Ecco l'identikit del lavoratore italiano
COMMENTA E CONDIVIDI

Grazie ai dati raccolti dalle sue oltre 1.100 aziende clienti, Adp Italia - il 10 ottobre la multinazionale americana specializzata in risorse umane festeggia i 50 anni di presenza nel nostro Paese con un evento dal titolo Adp 5.0: verso un nuovo equilibrio tra lavoro, tecnologia e persone - traccia un identikit del lavoratore italiano. L'indagine è stata possibile poiché Adp amministra e acquisisce informazioni riguardanti circa due milioni di lavoratori (età, sesso, stipendio, …), che si sommano ai numeri globali della multinazionale (53 milioni di professionisti e lavoratori nel mondo): un patrimonio da cui emergono abitudini, comportamenti, desideri e aspirazioni dei lavoratori in Italia e nel mondo. Ecco le otto caratteristiche e aspirazioni del capitale umano nostrano:

Importanza del tempo libero: l’82% degli italiani è appagato dal bilanciamento lavoro-privato. Avere del tempo per sé e la propria famiglia è fondamentale, tanto che il trovare un lavoro che lo consenta è per il 29% degli italiani la prima preoccupazione (mentre il 44% dà invece più importanza allo stipendio).

Miglioramento nelle lingue: Le nostre insicurezze? Per il 29,1 % le lingue, il 24,4% vorrebbe aumentare le proprie competenze nell’It, il 23,5% nell’utilizzo di nuovi dispositivi e tecnologie.

Estero Terra promessa: I risultati dimostrano una tendenza diffusa tra i giovani lavoratori che sono i più propensi a lavorare all’estero. Un incredibile 87% degli intervistati tra i 16 e i 24 anni ha mostrato interesse nel perseguire opportunità di carriera all’estero, a fronte del solo 56% degli over 55. In testa ai paesi dei sogni la Germania (30%).

Difficile carriera: un terzo dei lavoratori italiani (35%) non si sente supportato dalla propria azienda nell’avanzamento di carriera. I motivi? I risultati rivelano che l’età è un fattore determinante per la disponibilità di opportunità di carriera e che i dipendenti si sentono molto meno supportati a mano a mano che invecchiano (16,6% della media dei lavoratori italiani, ma sopra i 45 anni la percentuale va dal 25 al 40%), il che è logico ma anche curioso se pensiamo che al giorno d’oggi l’età lavorativa si è nettamente spostata in avanti.

Poco stressati: non siamo un popolo di stressati. Solo il 18% si dichiara giornalmente stressato, ma il 60% si trova in questa situazione al massimo un solo giorno a settimana.

Piccoli imprenditori: Il lavoro autonomo e da libero professionista sono opzioni di carriera sempre più diffuse grazie alle nuove tecnologie e alle procedure di lavoro più flessibili che danno alle persone la libertà di scegliere un diverso stile di vita. Lo potrebbe prendere in considerazione il 65% dei lavoratori interpellati. Nella fascia 14-24 sono l’85,7% i ragazzi che pensano potrebbero valutare il lavoro on demand, la percentuale scende al 76,4% tra i 25 e 34 anni. Nella fascia 35-44 siamo al 72%, in quella 45-54 al 65% mentre sopra i 55 si scende al 49,5%.

Sognando il lavoro agile: oltre un terzo (40%) dichiara di volere una combinazione di lavoro da casa o altro luogo e ufficio (ma lo fa solo l’8%,) e un 21,8% che vorrebbe solo lavorare da casa senza avere un ufficio, una situazione questa che attualmente è una realtà soltanto per il 13,5%. Analogamente, la maggior parte degli italiani lavora ancora secondo orari fissi (58%), nonostante il fatto che solo il 39% affermi di preferire tale forma di lavoro. Infatti, oltre un terzo, (38,5%) ha asserito di preferire una combinazione di orari fissi e flessibili, mentre quasi un quarto (22,5%) ha detto di preferire una totale flessibilità.

Più tecnologia: un lavoratore italiano su tre chiede al proprio datore di lavoro di investire in computer portatili (35,6%) e in software specialistici (34%) mentre uno su cinque vorrebbe che il suo datore di lavoro investisse in smartphone e tablet (22%). Sotto il profilo delle competenze, oltre un quinto dei lavoratori in Italia sostiene che gradirebbe corsi di formazione It avanzati (24,4%), mentre un ulteriore 23,5% afferma di avere bisogno di assistenza con le nuove tecnologie e dispositivi.


«Per la prima volta nella storia – spiega Virginia Magliulo, ad di Adp Italia – esiste una forza lavoro che sta invecchiando: molto presto, cinque generazioni di impiegati lavoreranno fianco a fianco. Le tecnologie avanzate e ulteriori significative differenze d’età nella forza lavoro fanno sentire isolati i lavoratori più anziani, che si sentono sorpassati da lavoratori più giovani e tecnologicamente più preparati. Siamo nell’epoca in cui è fondamentale la padronanza delle lingue straniere, delle tecnologie, dei social e in cui vanno progressivamente scomparendo orari e luoghi di lavoro».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: