sabato 10 gennaio 2015
Lo afferma un rapporto del Centro studi fondato da Marco Biagi, che fotografa le potenzialità della riforma del lavoro nei confronti dei soggetti deboli.
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"Dalle prime analisi emerge che le categorie svantaggiate continueranno a esserlo, in quanto la caratteristica degli incentivi è quella di essere di carattere generale e di non rivolgersi direttamente alle categorie più svantaggiate del nostro mercato del lavoro". È uno studio di Adapt, il centro studi fondato da Marco Biagi, a fotografare le potenzialità del Jobs act nei confronti dei soggetti deboli, occupazione femminile in testa. "Non vengono, in sintesi, incentivati comportamenti virtuosi nei confronti di un nucleo specifico di lavoratori, con il rischio, già sottolineato, di essere poco efficaci nei confronti dello scenario attuale", prosegue lo studio che annota come "gli incentivi previsti dalla legge di Stabilità per il contratto a tutele crescenti copriranno soprattutto assunzioni di coloro che già sarebbero stati assunti dalle imprese".Inoltre la non cumulabilità degli incentivi con il piano Garanzia giovani rischia "di andare a discapito degli under 29, solitamente considerati meno appetibili in quanto ancora da formare", prosegue il rapporto che profila anche la possibilità che le assunzioni con il contratto a tutele crescenti possa finire con il soffrire la concorrenza del tirocinio."Considerato il sicuro vantaggio economico dell'assunzione tramite contratto a tutele crescenti resta il fatto che la forma del tirocinio mantiene un vantaggio ulteriore, dato dal fatto di non essere una forma contrattuale e in quanto tale di non avere gli oneri propri di questi istituti, oltre a oneri retributivi minori", si legge. Una conversione di un tirocinio di 12 mesi in un contratto a tempo indeterminato dunque, calcola ancora Adapt, "dipenderà dalla presenza o meno degli incentivi nella legge di stabilità del 2016".
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