lunedì 6 ottobre 2014

Una delle associazioni di freelance e lavoratori autonomi scrive al premier lamentando la mancanza di nuove tutele e sollecitare interventi su fisco, ammortizzatori e malattia

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Il Jobs Act non prevede nuove tutele per il lavoro autonomo e Acta, una delle associazioni dei professionisti e dei freelance non ci sta più. Per questo ha lanciato un appello a Renzi sotto forma di lettera diretta in cui esprime tutte le proprie perplessità e ricorda al Presidente del Consiglio che anche questa volta per i lavoratori indipendenti non è stato previsto alcun ammortizzatore sociale, alcuna riduzione delle tasse sul lavoro, alcun intervento a sostegno del reddito e tantomeno un ampliamento delle tutele. "I freelance non avranno gli 80 € promessi dal Governo, non saranno tutelati in caso di disoccupazione, né avranno una malattia equa. Per loro si prospetta però un ulteriore aumento dei contributi INPS che passeranno dal 27 al 33%", scrivonoL’associazione non si limita a denunciare le iniquità che continuano a pesare sui lavoratori indipendenti, ma propone alcuni interventi per riequilibrare davvero il mercato del lavoro e ridurre le distanze tra insider e outsider. In particolare i freelance di Acta chiedono "l’abolizione dell’aumento dell’aliquota al 33% previsto dalla legge 92/2012 per gli iscritti alla Gestione Separata; nelle situazioni di malattia e con riferimento agli eventi più gravi e ostativi dell’attività lavorativa, l’ampliamento del periodo di tutela (oltre gli attuali 61 gg) e la ridefinizione delle indennità su valori che siano effettivamente sostitutivi del reddito; l’estensione degli ammortizzatori sociali anche a chi perde il lavoro dopo essere stato autonomo; ragionare sull’ipotesi di tariffe minime anche per le prestazioni di lavoro autonomo".Questi lavoratori autonomi chiedono quindi a gran voce di discutere del loro “Jobs Acta” e di non essere lasciati fuori dalla “Sala Verde” (cioè dalla convocazione dei sindacati per un confronto a Palazzo Chigi). Si aspettano una risposta da Renzi e per far arrivare la loro lettera al mittente, hanno organizzato un tweet bombing. Nella giornata di lunedì, infatti, hanno indirizzato una serie di tweet con l’hashtag #jobsActa al Presidente del Consiglio e non solo. Il testo integrale della lettera intitolata: "Non siamo sereni" si può trovare all'indirizzo: http://www.actainrete.it/2014/10/caro-matteo-non-siamo-sereni/
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