giovedì 4 ottobre 2018
Perplessità e proteste di fronte al provvedimento che dal 1 ottobre ferma 1,1 milioni di vetture a gasolio nel Nord Italia
«Penalizzante il blocco dei diesel, incomprensibile per gli Euro4»
COMMENTA E CONDIVIDI

Stanno sollevando forti proteste i nuovi divieti alla circolazione per i veicoli diesel fino a Euro3 entrati in vigore dal 1 ottobre scorso in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Regione quest’ultima in cui sono stati estesi anche ai diesel Euro4, provocando la “ribellione” di due Comuni (Granarolo e Castenaso) che non hanno applicato il provvedimento regionale. Il nuovo blocco, previsto nelle località con più di 30 mila abitanti, interessa circa 1,1 milioni di veicoli e ha la finalità di fermare i mezzi più inquinanti e tentare di controllare una situazione che è stata già sanzionata dalla Ue, ma non è uniforme in tutto il territorio interessato creando disparità e confusione.

L’Automobile Club Italiano sottolinea inoltre come il provvedimento «stia riducendo la libera mobilità di molte famiglie e lavoratori. A ciò si aggiunge il danno economico che ricade su chi ha già difficoltà a sostituire l’auto e ora vede azzerare il valore del proprio usato». È inoltre difficile, continua l’ACI, «comprendere il blocco dei veicoli Euro4, quindi tecnologicamente già avanzati e con meno di dieci anni di vita», sottolineando che a fronte di scelte così penalizzanti «occorrono nuove soluzioni e valide alternative, al di là dei proclami, a cominciare da un improrogabile miglioramento del servizio pubblico di trasporto». Inoltre provvedimenti di tale portata sulla vita quotidiana «dovrebbero muovere da dati scientifici senza ogni forma di pregiudizi» mentre «i dati evidenziano come la maggior parte delle sostanze inquinanti - tra il 60 e il 90% a seconda delle sostanze nocive - sia generata dai riscaldamenti privati, dalle industrie e dalla produzione di energia. Prima di puntare alle auto, bisognerebbe quindi intervenire su queste fonti».

La “criminalizzazione” dei motori diesel, anche quelli più recenti inoltre «non trova alcuna giustificazione e rende più difficile la transizione verso altre forme di alimentazioni “verdi”, come l’elettrico, che richiedono ancora diversi anni». Aci sollecita quindi l’ammodernamento del parco circolante, «incentivando la rottamazione dei veicoli fino a Euro3 e supportandone la sostituzione con auto usate che siano almeno Euro4. Ciò abbatterebbe fino al 50% le sostanze inquinanti e i gas serra generati dal traffico privato a parità di chilometri percorsi, riducendo drasticamente anche il numero di incidenti, morti e feriti sulle nostre strade».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: