martedì 2 luglio 2019
Venduti al gruppo inglese LibertySteel asset in tutta Europa per 750 milioni di euro come concordato con l'Antitrust. Sull'ex Ilva giovedì vertice con Di Maio al Mise
ArcelorMittal cede l'ex Magona di Piombino
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ArcelorMittal ha ceduto al gruppo inglese Liberty Steel impianti e asset detenuti in Europa e in Italia (la ex Magona di Piombino) per un valore complessivo 750 milioni di euro. La notizia, riportata oggi dal Financial Times, rappresenta un passaggio obbligato del percorso che ha portato la stessa multinazionale ad aggiudicarsi l'Ilva in amministrazione straordinaria. L'antitrust europeo infatti aveva contestao la posizione dominante che ArcelorMittal avrebbe avuto acquisendo l'Ilva. Gli impianti che passano di mano, da ArcelorMittal a Liberty Steel, si trovano, tra siti produttivi ecentri di servizio, a Galati (Romania), Ostrava (Repubblica Ceca), Skopie (Macedonia), Dudelange (Lussemburgo), Flemalle e Tilleur (linee di galvanizzazione, decapaggio e laminazione) a Liegi (Belgio) e, infine, a Piombino. Passa di mano anche parte della rete distributiva di ArcelorMittal in Italia e in Europa. Liberty Steel fa capo alla Gfg Alliance dell'indiano Sanjeev Gupta.

Il sito di Piombino, nato nel 1891, ha 460 addetti e ha prodotto l'anno scorso 511 mila tonnellate di acciaio zincato ma ha una potenzialità di 700 mila tonnellate. Cina esclusa, Liberty Steel è tra i primi dieci produttori di acciaio con oltre 18 milioni ditonnellate. ArcelorMittal invece è il primo produttore mondiale di acciaio anche se nel 2018 la produzione è calata dello 0,6%, passando in un anno da 93,1 a 92,5 milioni di tonnellate. I dipendenti sono poco più di 200.000, di cui 10.800 in Italia, con l'ex Ilva. In Italia Arcelor Mittal, ha otto siti produttivi tra cui il siderurgico di Taranto, il più grande d'Europa, dove lavorano 10.700 dipendenti.

Ora per l'ex Ilva lo scenario presenta elementi di incertezza e di rischio. A parte la cassa integrazione per 1400 dipendenti a Taranto per crisi di mercato per 13 settimane, dall'1 luglio, ArcelorMittal ha detto che chiude lo stabilimento di Taranto se la norma sull'immunità penale collegata al piano ambientale non verrà ripristinata com'era con la legge del 2015. Il decreto Crescita, divenuto legge qualche giorno fa, l'ha infatti cancellata dal 6 settembre. Per l'azienda, si tratta di una garanzia legale fondamentale per gestire lo stabilimento di Taranto sul quale continuano ad esserci i fari accesi della Magistratura viste le questioni ambientali aperte. Il ministro Luigi Di Maio giovedì vedrà l'azienda al Mise, in contemporanea i sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero.

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