martedì 13 agosto 2013
​A lanciare l’idea Nunzio Marcelli, presidente dell’Associazione regionale ovicaprini e animatore della tradizione della transumanza 2.0.
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​La crisi, in Abruzzo, si può sconfiggere anche con i terreni incolti, da cui possono derivare 3.500 posti di lavoro se si usano come pascoli per ovini e, soprattutto, caprini. A lanciare l’idea Nunzio Marcelli, presidente dell’Associazione regionale ovicaprini e animatore della tradizione della transumanza 2.0. Con Marcelli, infatti, il percorso delle pecore verso i pascoli estivi è stato seguito da migliaia di «fan» dalle pagine dei social network. L’ipotesi di creare 3.500 posti di lavoro dalla pastorizia «non è l’ennesima uscita di qualche new-economist, ma il risultato pratico dei calcoli fatti da chi da decenni conduce questa attività. E non vuole svenderla per favorire speculazioni poco trasparenti». «Il mercato del latte di capra – assicura – è in crescita: per la sua maggiore qualità, per la ricchezza di fattori nutritivi, per la possibilità di utilizzo anche in persone con problemi di allergie, sempre più diffuse». La proposta è molto concreta, e consta di due punti cardine. Uno: «salvare il territorio dalla svendita a società che fanno solo speculazione sui fondi europei». Due: «mettere a frutto questo patrimonio offrendo a una rete di micro-imprese i necessari servizi alla produzione e alla commercializzazione».
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