sabato 27 febbraio 2016
Vale 53 miliardi di euro e 700mila occupati il settore della ristorazione e bar e in generale delle strutture ricettive.
Domenica a Carrara si apre Tirreno Ct
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Vale 53 miliardi di euro e 700mila occupati il settore della ristorazione e bar e in generale delle strutture ricettive. Sono i dati diffusi in occasione di Tirreno Ct, la fiera di settore promossa da Tirreno Trade che si apre domenica 28 febbraio a Carrara Fiere.Il valore aggiunto dei servizi di alloggio e ristorazione, infatti, è stato nel 2013 (ultimi dati disponibili) di 53 miliardi di euro, spiega una nota degli organizzatori, precisando che "la serie storica a valori concatenati che neutralizza gli effetti della dinamica inflazionistica dà per lo stesso anno un valore al di sopra dei 51 miliardi di euro in lieve flessione rispetto all’anno precedente". E gli effetti della crisi si fanno sentire anche nel 2013, con l’anno si chiude con il segno meno: il 60% delle imprese ha indicato una flessione del fatturato rispetto al 2012 e il saldo delle risposte tra coloro che, registrano una flessione e coloro che registrano un incremento è -37,3.Sul fronte dell’occupazione, i pubblici esercizi impiegano, in media d’anno, 680.693 lavoratori dipendenti, pari al 71% del totale nazionale del comparto del turismo. Occupazione che è cresciuta del 5% in due anni visto che nel 2013 i pubblici esercizi avevano impiegato, in media d’anno, 648.316 persone, l’86% delle quali con mansioni operative. Non trascurabile il numero degli apprendisti, pari a circa 53mila unità. Tuttavia, tra la fine del 2011 e il 2013, la ristorazione ha visto diminuire il numero di unità di lavoro di circa 11 mila unità. A fronte di un valore pari a 5,1 nella media dell’Unione europea, il nostro Paese presenta un valore di 3,9 addetti per impresa.Il numero delle imprese registrate con il codice di attività 56.1 (ristoranti e attività di ristorazione mobile) ammonta a 164.519 unità. Il sorpasso dei ristoranti sui bar avvenuto nel corso di questi ultimi anni è frutto di un'evoluzione del mercato che si è accompagnata al cambiamento del sistema delle regole grazie alle quali gli imprenditori privilegiano di qualificarsi come ristoranti, anziché bar, per disporre di maggiori gradi di libertà commerciale. Anche tra i ristoranti le ditte individuali costituiscono la maggioranza delle imprese.E la ristorazione è sempre più 'rosa'. Il quadro della ristorazione femminile, infatti, offerto dai dati Movimprese di Unioncamere, evidenzia 315.665 imprese attive con il codice 56 dei servizi di ristorazione. La Lombardia è la prima regione per presenza di imprese del settore con una quota sul totale pari al 15,4%, seguita da Lazio (10,7%) e Campania (9,3%). La ditta individuale resta la forma giuridica prevalente, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno dove la quota sul totale raggiunge soglie che sfiorano l’80% del numero complessivo delle imprese attive.In Europa il settore vale 504 miliardi di euro, concentrato principalmente in tre Paesi, e l’Italia si pone in particolare al terzo posto dopo Regno Unito e Spagna. In rapporto alla popolazione e a parità di potere d’acquisto, la spesa pro-capite è in Italia del 22% superiore a quella media europea e del 33% alla spesa della Francia.
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