venerdì 11 marzo 2022
Nel 2021 169mila occupati in più dopo il crollo di 724mila nel 2020, ma sono "a termine". In forte flessione gli inattivi: sono 460mila in meno
La logistica è uno dei settori che assume di più per la crescita dell'e-commerce

La logistica è uno dei settori che assume di più per la crescita dell'e-commerce - Ansa

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Occupazione in crescita fisiologica dopo il crollo del 2020, disoccupazione in lieve aumento e drastico calo degli inattivi. Il bilancio del mercato del lavoro diffuso oggi dall’Istat per il 2021 è fortemente condizionato dal "rimbalzo" dell’economia dopo la stasi causata dalla pandemia due anni fa. Gli occupati sono 169mila in più (nel 2020 erano diminuiti di 724mila unità per effetto della chiusura di industrie, attività commerciali e servizi) con un recupero dello 0,8%, i disoccupati sono 66mila in più (+2,9%) portando il tasso di disoccupazione annuo al 9,5%, mentre gli inattivi (aumentati in maniera esponenziale durante il 2020 per ovvie ragioni) sono 460mila in meno (-3,3%).

La crescita dell’occupazione riguarda di fatto soltanto i dipendenti a termine con 280mila nuove assunzioni (+10,7%) e contratti che nel 60% dei casi inferiori ai sei mesi. Gli occupanti sono 22 milioni e 554 mila, ancora più di mezzo milione in meno rispetto ai livelli pre-covid. Ma l’Istat precisa che questo risultato è frutto della questione demografica con una contrazione della popolazione in età lavorativa. Il tasso di occupazione infatti è del 58,2% ed ha recuperato circa la metà del calo del 2020.

I dati relativi al quarto trimestre del 2021, diffusi sempre oggi, registrano 80 mila occupati in più (+0,4%) rispetto al trimestre precedente (+2,6% in termini tendenziali). Al leggero aumento del numero di disoccupati rispetto al trimestre precedente, si associa la riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-233 mila, -1,8%). »Anche in questo caso a farla da padrona sono i contratti a tempo determinato, i part-time. Per la prima volta dopo mesi in crescita i lavoratori indipendenti.

Nella ricerca di lavoro continua a prevalere l'uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa, sebbene in calo (75,9%, -1,6 punti); risultano invece in crescita alcune azioni di ricerca più formali, come l'invio di domande/curriculum (64,0%, +2,3 punti), la risposta ad annunci o la pubblicazione di inserzioni (28,4%, +3,5 punti). È in leggero calo la quota di disoccupatiche dichiarano di essersi rivolti al Centro pubblico per l'impiego (17,9%, -0,8 punti).

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