mercoledì 8 dicembre 2021
Il "twitter cinese" perde il 7,5% nel giorno del debutto. Secondo alcuni osservatori potrebbe seguire Didi e lasciare Wall Street per rimanere solo sui mercati asiatici
Il logo di Weibo, ìi "twitter cinese" che ieri si è quotato a Hong Kong

Il logo di Weibo, ìi "twitter cinese" che ieri si è quotato a Hong Kong - Reuters

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È stato un debuto difficile quello di Weibo alla Borsa di Hong Kong. Le azioni della società di microblogging cinese, che assomiglia molto a Twitter (vietato sul territorio della Repubblica popolare cinese), hanno debuttato a 272,8 dollari di Hong Kong e ha chiuso con un calo del 7,2%, a 253,2 dollari.

Weibo è quotato a New York dal 2014, sull’indice tecnologico Nasdaq, ma anche sulla piazza americana per il titolo è un periodo molto difficile: ha perso quasi il 16% nel giro di una settimana, il 24% in un mese e il 31% negli ultimi sei mesi. La seconda quotazione a Hong Kong è servita innanzitutto a raccogliere 385 milioni di dollari di Hong Kong da investire sull’espansione della base utenti, la ricerca e sviluppo, acquisizioni.

Ma l’Ipo potrebbe avere anche un secondo obiettivo: prepararsi a lasciare il Nasdaq. Sono diverse infatti le società cinesi che, su pressione di Pechino, stanno lasciando il mercato azionario americano. L’ultima è stata Didi, la “Uber cinese”, che ha chiesto il delisting dopo nemmeno sei mesi dalla sua (fallimentare) quotazione (ha perso il 53,6%) tra giugno e dicembre. Avere già una quotazione su un mercato secondario può rendere tecnicamente più semplice il ritiro dalla Borsa americana.

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