venerdì 24 febbraio 2017
L'Ucid di Genova i suoi primi 70 anni. Fare imprese cristianamente oggi significa produrre lavoro e produrlo per i giovani. Trattando le persone come "motori di sviluppo"
Il porto di Genova (Wikimedia Commons)

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Sono “missionari, discepoli della Dottrina sociale della Chiesa gli imprenditori che vogliono metterla in pratica nel mondo complesso di imprenditoria e lavoro”. A rivolgere questo messaggio alla folta platea genovese Ucid radunata presso il Palazzo
della Meridiana per celebrarne il 70esimo sotto la Lanterna, è stato il cardinale Salvatore de Giorgi, assistente ecclesiastico Ucid nazionale, che ha esaltato la grande opera sociale e nel mondo del lavoro del cardinale Giuseppe Siri, che di Ucid fu promotore.

Esortazione ed invito indirizzati soprattutto alle giovani generazioni, sul cui operato ed importanza, ma anche lavoro comune con la Chiesa, ha insistito il vescovo ausiliare di Genova, monsignor Nicolò Anselmi. Mentre il presidente nazionale dell'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, Giancarlo Abete, ha sottolineato come questa abbia avuto origini proprio tra Lombardia e Liguria e come per l'imprenditore debba essere centrale il ruolo della persona umana “motore di sviluppo”, secondo l'insegnamento di papa Francesco, ha affermato Abete, e ruolo centrale di imprenditore ed impresa. E sempre seguendo le indicazioni del Papa, il presidente ha sottolineato che oggi il problema è il lavoro: “Chi non porta a casa il pane perde dignità. Occorre capire il ruolo dell'imprenditore cristiano che si rifà alla dottrina ed alla crescita sociale diretta al bene comune, alla sussidiarietà. La soluzione dei problemi delle persone è che trovano nel lavoro dignità e non solo soddisfazione dei bisogni materiali”.

Forte, ma anche diretto all'invito all'ottimismo, l'intervento del presidente Ucid Liguria, Davide Viziano, per gli imprenditori più giovani: “Guardate indietro – ha detto - per trarre ispirazione e buoni consigli per vedere cosa accadrà nel futuro. Il destino è nelle vostre mani; rivoltate l'Italia o morirete asfissiati”. Giorgio Mosci, presidente a Genova, ha citato anch'egli il cardinale Siri, ricordandone le parole: “Indurre la classe dirigente a ragionare in termini cristiani e morali per risolvere ed equilibrare giustamente la questione sociale. Per rendere più facile la vita ai lavoratori è necessario far riflettere seriamente quelli che li guidano, su verità e giustizia”. E su questa base ha esortato a produrre “il massimo sforzo comune per individuare per tempo i lavori che ancora oggi non esistono ma dovranno fare i giovani d'oggi”. In particolare ha rilevato come su 5 offerte di lavoro delle imprese, una resti senza risposta, nonostante la disoccupazione. “Come Ucid – ha informato – faremo trattative per diminuire questo gap e farci promotori del progetto di inclusione sociale lanciato da Caritas ed una ventina di associazioni per cui la discussione parlamentare procede su diminuzione povertà e inserimento nel mondo del lavoro, con conseguenza anche di riduzione dei costi per lo Stato”. Unanime l'invito dei relatori alla necessità di impegno da parte dei 40-50enni ai vertici delle imprese nel segno e nel messaggio del Vangelo.

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