venerdì 9 febbraio 2018
La banca lombarda chiude il 2017 con 690,6 milioni di utili. Completata l'integrazione di Etruria, Marche e Carichieti. Crediti deteriorati gestiti internamente: «Non li dobbiamo vendere domani»
Victor Massiah, amministratore delegato di Ubi Banca

Victor Massiah, amministratore delegato di Ubi Banca

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Chiuso il 2017 con 690,6 milioni di utili Ubi Banca prosegue il suo percorso di gestione “paziente” dei crediti deteriorati. L’obiettivo, ha spiegato l’amministratore delegato Victor Massiah, è ridurre il Npe ratio (che è il rapporto tra prestiti problematici e totale del credito) dal 13% di fine 2017 a sotto il 10% tra il 2019 e il 2020. A conti fatti si tratta di liberarsi di 3 miliardi di euro di non performing loans (il loro ammontare totale era di 14,4 miliardi a fine 2016 e si è ridotto a 13,8 miliardi lo scorso anno).

Ubi non ha intenzione di svendere i suoi prestiti a prezzi da fine saldi. «Non li dobbiamo vendere domattina e non siamo nella condizione di doverli vendere, ma di poterli negoziare con tranquillità con l’ottica di massimizzare il prezzo» ha chiarito Massiah, confermando la scelta di una gestione non frettolosa delle sofferenze. La banca lombarda è uno dei pochi istituti ad avere deciso di gestire internamente gli npl. Si tratta di confrontarsi con il debitore, capire la sua situazione e trovare una soluzione percorribile che accontenti sia lui che la banca. Con questa strategia nel 2017 la banca lombarda ha recuperato 700 milioni di euro dai crediti deteriorati e conta di ottenere una cifra simile anche quest’anno.

Accelerare sulla discesa dei deteriorati è possibile, ma non a qualsiasi prezzo. «Se poi il contesto di mercato ci permetterà di fare queste cessioni in maniera più veloce di quanto abbiamo previsto – evidentemente questo vuol dire un’offerta, da parte dei compratori, a un prezzo più vicino a quelle che sono le nostre valutazioni – potremmo raggiungere questi obiettivi già anche nell’anno 2019» ha aggiunto Massiah.

Per il resto, l’incorporazione delle ex Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti è praticamente conclusa e Ubi non sta studiando altre operazioni di fusione o acquisizione. L’Ad si aspetta che qualcosa però si muova: «Ho già detto detto che è inevitabile una ulteriore fase di consolidamento e che si creeranno tre-quattro grandi banche leader ma questo può avvenire in un anno come in cinque e nessuno lo sa. Il dubbio è sul quando e soprattutto sul come».

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