martedì 4 luglio 2017
Cinquantotto milioni di visitatori internazionali nel 2016, più che raddoppiati in vent'anni. Per un'industria che vale già l'8,5% del Pil e può contribuire a portare sviluppo e benesse "inclusivo".
Una guida nel Masai Mara, in Kenya (Martha de Jong-Lantink, https://flic.kr/p/FH264U)

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“Per chi non lo sa, un piccolo giardino può apparire come una foresta”. Con questo proverbio etiope diversi funzionari governativi africani hanno accolto con entusiasmo l’ultimo rapporto della Conferenza Onu sul commercio e lo sviluppo (Unctad) in cui viene analizzata la sorprendente crescita del turismo in Africa. Un messaggio di incoraggiamento dedicato a un continente noto soprattutto per la sua instabilità politica e sociale. “Il turismo in Africa rappresenta un’industria fiorente che offre
oltre 21 milioni di posti di lavoro, quindi uno ogni 14”, afferma lo studio delle Nazioni unite intitolato "Turismo per la crescita trasformativa e inclusiva".

“Durante gli ultimi due decenni, il continente africano ha registrato una crescita robusta tra il 1995 e il 2014 con arrivi di turisti internazionali aumentati annualmente del 6 per cento e i ricavati di tale settore del 9 per cento. Dal 1995 al 1998 i turisti internazionali in Africa erano 24 milioni – continua il rapporto –, tra il 2011 e il 2014 sono diventati 56 milioni. I ricavati dalle esportazioni turistiche sono invece triplicati da 14 miliardi di dollari a circa 47 miliardi”.


È grazie a tali cifre che ora il turismo contribuisce a “circa l’8,5 per cento del Pil del continente africano”. Tra le destinazioni più apprezzate c’è sicuramente il Kenya dove le autorità, grazie ad anni di esperienza e nonostante alcuni ostacoli legati al terrorismo islamico e alla corruzione, continuano a valorizzare il loro tesoro ambientale e culturale valutando un miglioramento
delle connessioni aeree. “Stiamo spingendo il governo ad aumentare i voli diretti verso l’aeroporto internazionale della città costiera di Mombasa – ha dichiarato questa settimana Najib Balala, alto funzionario del ministero del turismo –. Non possiamo contare solo su i voli charter e dobbiamo imitare le politiche usate in Marocco e Sudafrica dove hanno aperto maggiori spazi aerei per aumentare i collegamenti voluti dai turisti”.

Contrariamente alla comune percezione, la maggior parte dei turisti in Africa proviene da altri Paesi africani. “Nell’intero continente quattro su 10 turisti internazionali sono originari del continente stesso – sottolinea lo studio Onu –, mentre la
proporzione si alza quando si parla di Africa subsahariana dove due su tre turisti stranieri sono comunque africani”. È stata infatti applaudita da molti la scelta del Ruanda di abolire la necessità di un visto per i cittadini dell’Africa orientale. Grazie a tali misure, dai “283mila turisti nel 2010, le stime hanno raggiunto i 478mila nel 2013”. Il segretario generale di Unctad, il keniano Mukhisa Kituyi, ha commentato che: “Il turismo è un settore dinamico con un potenziale incredibile in Africa. Se gestito in maniera appropriata – ha continuato Kituyi –, può contribuire molto alla diversificazione e all’inclusione delle comunità più vulnerabili”.


Secondo il “rapporto dell’ospitalità” dell’agenzia turistica, Jumia travel, nel 2016 sono arrivati in Africa oltre 58milioni di visitatori internazionali, cinque milioni in più rispetto all’anno precedente. “Buoni traguardi raggiunti grazie soprattutto all’organizzazione di grandi eventi, all’approdo di note catene alberghiere in diversi Paesi, e alla costruzione di molte infrastrutture”, ha commentato il sito d’informazione, ‘Afrik.com’. Un altro fattore evidenziato dallo studio è il ruolo della donna nel settore del turismo in Africa. “Quando il turismo prospera le donne prosperano – assicurano le cifre di Unctad –. In africa il 30 per cento del commercio turistico è gestito da donne e il 36 per cento dei ministri del turismo sono donne, la più alta percentuale al mondo”. Il rapporto punta inoltre i riflettori sul futuro, sollecitando i governi locali a: “Raggiungere un buon livello di stabilità politica e pace, condizioni fondamentali per lo sviluppo del turismo in Africa”.

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