mercoledì 7 febbraio 2018
L'Ad Genish presenta il piano di scorporo al ministro Calenda, che parla di «svolta epocale». Nascerà una società dell'infrastruttura al 100% controllata da Tim
Amos Genish, amministratore delegato di Tim, dopo l'incontro con il ministro Carlo Calenda il 7 febbraio 2018 (foto Ansa)

Amos Genish, amministratore delegato di Tim, dopo l'incontro con il ministro Carlo Calenda il 7 febbraio 2018 (foto Ansa)

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mos Genish, amministratore delegato di Tim, ha presentato al governo il piano per lo scorporo societario della rete, l’infrastruttura di base del sistema italiano delle telecomunicazioni. Il progetto, che era stato presentato all’Autorità garante delle comunicazioni la scorsa settimana, prevede la creazione di una società, interamente controllata da Tim, a cui sarà conferito il controllo della rete dell’ex Telecom Italia. Questo piano, ha spiegato Genish dopo l’incontro con Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, sarà discusso dal consiglio di amministrazione in una riunione fissata per il 6 di marzo, appena dopo le elezioni.

È un primo passo verso la separazione del controllo della rete dal primo operatore italiano delle telecomunicazioni. Una situazione che favorirebbe la concorrenza e la parità di condizioni tra i diversi operatori. Calenda lo ha accolto molto positivamente: «Si tratta di una svolta epocale dopo che da 20 anni si parla della necessità di arrivare alla separazione e a una gestione paritetica per tutti gli operatori dell'accesso alla rete. Il nostro feedback è molto positivo, poi anche con l'AgCom dovremo valutare il dettaglio dell'operazione». Genish ha aggiunto che pur essendo controllata da Tim la nuova società «avrà una governance che sarà il punto più avanzato per la parità di accesso».

Ora bisognerà capire i dettagli della proposta di Tim. Il modello della parità di accesso prevede già una separazione significativa dell’infrastruttura dal suo controllante. Il passo successivo, di cui si è più parlato negli ultimi mesi, sarebbe quello adottato nel Regno Unito da British Telecom, che ha creato Open Reach, società che controlla ma che ha una sua indipendenza.

Le stime concordano nell’assegnare un valore di circa 15 miliardi di euro alla rete di Tim. Gli analisti di Mediobanca hanno ipotizzato che Tim possa arrivare a quotare il 40% della società della rete, dopo averla caricata di 6 miliardi di debiti, così da incassare 3,6 miliardi di euro. La Borsa, in una giornata di forte rimbalzo, ha mostrato di apprezzare gli sviluppi della trattativa tra l’azienda e il governo. Il titolo Tim ha guadagnato il 6% risalendo a 72 centesimi.



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