giovedì 20 agosto 2020
Le vicende dell'app cinese messa nel mirino da Trump conferma che anche nei mercati digitali la geopolitica, più del mercato, è la vera forza motrice dell’economia.
Il logo di Tik Tok davanti alla nuova sede dell'azienda a Culver City, nei pressi di Los Angeles

Il logo di Tik Tok davanti alla nuova sede dell'azienda a Culver City, nei pressi di Los Angeles - Afp

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TikTok è una app cinese di scambio video, una cosa a metà fra Instagram e Youtube, ma con gli occhi a mandorla diciamo. La sua penetrazione, soprattutto fra i giovani e negli Stati Uniti, è forte. Donald Trump con un executive order del 6 agosto 2020 ha ordinato di non intrattenere rapporti commerciali con Bytedance, la casa madre di Tik Tok, fino a che questa non abbia venduto il ramo americano di Tik Tok. Poiché questa casa madre ha una struttura proprietaria a matrioska ma, in definitiva, appartiene a cinesi, Trump adduce pericoli di spionaggio come motivazione dell’ order, su cui comunque pendono ricorsi legali.

Negli ambienti finanziari circola l’ipotesi che Facebook e Google abbiano posto il problema direttamente a Trump: perché noi in Cina siamo ostacolati e i cinesi da noi conquistano i mercati? Nel mirino di Trump c'è anche WeChat una app di chat cruciale nella vita quotidiana in Cina sia per il business sia per i privati.

Sotto la pressione del’executive order Bytedance sta cercando di vendere la sua app americana senza perderci troppo, ma il danno ormai è fatto: obbligo di vendita significa crollo del prezzo. Microsoft si è fatta avanti approfittando del ricatto di Trump : alcuni analisti stimano che potrebbe mangiarsi Tik Tok a un prezzo attorno ai 50 miliardi, un furto rispetto al molto più alto valore di mercato “normale”, cioè indisturbato da interventi politici. Twitter è troppo piccola per provarci e un'offerta da Google e da Facebook è improponibile per l’antitrust. La discesa in campo di Oracle, gigante del software la cui gloria però appartiene più al passato che al presente, potrebbe ravvivare un po’ la concorrenza e il prezzo. Gli analisti sono comunque scettici sull'accordo Microsoft/Tik Tok : il gigante del software ha già fatto acquisizioni dubbie come Skype e LinkedIn che hanno generato poco valore aggiunto.

Da questa vicenda, dagli esiti incerti, si può trarre una piccola lezione: la geopolitica, più del mercato, è la vera forza motrice dell’economia. I mercati digitali, nei quali passano più bit che merci fisiche e che sono prevalentemente immateriali, non sfuggono a questa logica.

*Franco Becchis è direttore scientifico della Turin School of Regulation e dell'Osservatorio sulla regolazione dei mercati digitali.



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