venerdì 7 luglio 2017
Un ex deposito ferroviario riconvertito a spazio per il confronto tra mille imprese innovative, con l'aiuto dei giganti della Silicon Valley. Alla guida la 33enne americo-iraniana Roxanne Varza
Gli enormi spazi di Station F, nata dalla riqualificazione dell'ex deposito ferroviario della Halle Freyssinet

Gli enormi spazi di Station F, nata dalla riqualificazione dell'ex deposito ferroviario della Halle Freyssinet

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Oltralpe, tanti lo chiamano già «la Silicon Valley francese». Ma al di là di certi paragoni pomposi, l’incubatore di start-up tecnologiche Station F, appena aperto nel cuore di Parigi ai piedi della Bnf (la Biblioteca nazionale), è certamente già un progetto
faro della «nuova Francia» voluta da Emmanuel Macron, come ha mostrato l’entusiasmo del neo-presidente all’inaugurazione del centro, che è pure un bell’esempio di riconversione architettonica fra la vecchia e nuova economia.

La Halle Freyssinet, ex deposito merci ferroviario, è stata interamente ripensata, offrendo adesso 34 mila metri quadri molto variopinti ad imprenditori pronti a vivere simbioticamente dentro un «ecosistema», grazie anche al sostegno interessato di alcuni giganti sponsor dell’iniziativa.


Fabbrica creativa da 3mila persone

Autentico alveare imprenditoriale, Station F è concepito per accogliere circa 3mila persone e un migliaio di società, fra cui una decina a titolo gratuito per un anno. Resterà aperto giorno e notte, anche nel week-end. L’alveare funzionerà come un «acceleratore»: una buona idea spesso non basta, senza le competenze manageriali ad hoc capaci di far maturare il progetto. Per questo, il migliaio d’imprese avrà a disposizione un centinaio di consulenti, nel quadro di 21 «programmi d’accelerazione» sostenuti da partner anche del calibro di Microsoft, Facebook e Amazon, oltre al gigante dei sistemi digitali e della cyber-sicurezza Thales.

È stato il magnate francese delle telecom Xavier Niel ad investire 250 milioni di euro nel progetto, spiegando: «C’è un ufficio postale, un centro fiscale, ogni cosa necessaria ad aiutare la creazione d’imprese. C’è una creativity room per gli imprenditori a corto di idee. Grazie a ciò, a fine giornata, ne avranno anche troppe». L’alveare prevede anche 8 spazi per eventi, una sala di proiezione, un maxi-ristorante.


La sfida a Londra e Berlino

All’inaugurazione, Macron ha voluto galvanizzare i nuovi pionieri della cosiddetta French Tech: «Trasformate il nostro Paese, scuotetelo con tutto ciò, fatelo cambiare, perché anche voi siete gli attori di questo cambiamento. Come me, avete anche voi questa responsabilità». Fin da quando era ministro dell’Economia, Macron ha sempre voluto presenziare i più importanti eventi nel campo dell’innovazione, con due trasferte a Las Vegas (2015 e 2016) e una visita anche lo scorso 15 giugno al salone parigino Viva Tech, dove ha confermato l’impegno a sostenere ancora le start-up anche sul piano fiscale.

Station F non è il primo progetto del genere a Parigi, ma le sue dimensioni impressionano, rispetto a quanto era stato fatto in precedenza. Per numero d’imprese ospitate, sarà l’incubatore leader in Europa. Di che alimentare sogni di grandeur in un
settore in cui la Francia ha deciso d’investire in massa da diversi anni, trovando talora connubi felici fra fondi pubblici e privati.

Grazie pure a Station F e sfruttando le turbolenze della Brexit, Parigi è ormai in corsa con Berlino per superare Londra come fucina europea delle start-up tecnologiche. Del resto, il sindaco londinese Sadiq Khan ha anch’egli già attraversato la Manica per contemplare la nuova meraviglia imprenditoriale parigina.


Struttura a trazione giovane

Nel nuovo governo francese, un segretario di Stato è specificamente dedicato alla rivoluzione digitale e all’estensione territoriale dell’accesso rapido ad Internet. Si tratta non a caso di un giovane, il 33enne franco-marocchino Mounir Mahjoubi, per il quale Station F sarà «una vetrina per la Francia», come ha spiegato in occasione dell’inaugurazione: «È un progetto privato sostenuto
dallo Stato e dal Comune di Parigi, ma è prima di tutto un progetto imprenditoriale. Dunque, una speranza e una scommessa. La scommessa è di creare il più grande luogo di sviluppo dei potenziali, di coloro che hanno progetti, che hanno voglia di svilupparli e farli crescere, in Francia, a Parigi, qualunque sia il loro ceto d’origine o la loro formazione». Coetanea di Mahjoubi è pure l’americano-iraniana Roxanne Varza, la direttrice di Station F scelta da Niel.



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