mercoledì 11 maggio 2022
La costola della Edison (che ne finanzia il piano industriale) investirà 2,5 miliardi al 2030 per decarbonizzare aziende e territori in Italia e Spagna. Per la Edison stop gas russo: arriva il GNL Usa
Edison Next lancia la sfida al carbone. Ecco come

Foto Edison Next

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Impianti fotovoltaici e di trigenerazione. Caldaie di vapore che utilizzano biomassa legnosa da filiera corta, ma anche soluzioni innovative di biometano e idrogeno. Nello stabilimento di Cuneo della Michelin (il più grande dell’Europa occidentale) si punta a un risultato di medio periodo mica male: un risparmio di 18mila tonnellate di CO2. Sessantacinque siti industriali, 280 città e 2100 strutture (pubbliche e private) ne condividono la sfida: decarbonizzare. Ma soprattutto il regista: ‘Edison Next’.

La società è costola di Edison che la finanzia con i suoi flussi di cassa. Opera in Italia, Spagna e Polonia, ma la missione è la stessa ovunque: accompagnare aziende e scuole, ospedali e Comuni sulla via della decarbonizzazione. Dice l’amministratore delegato di Edison Nicola Monti: “Insieme alle fonti rinnovabili e all’uso efficiente del gas naturale è pilastro cruciale della nostra strategia”.

Su cui intende investire davvero: 2,5 miliardi di euro in Italia e Spagna al 2030. Lo shopping sul mercato lo conferma: prima l’acquisto di Citelum (secondo operatore in Italia nel settore dell’illuminazione pubblica), poi il controllo di Sistrol (società digitale specializzata nei servizi energetici per il terziario in Spagna).

La strategia è flessibile: concordare gli obiettivi con il cliente, mettere a terra il piano e monitorare i risultati. Le soluzioni sono su misura per ogni esigenza: dalla gestione energetica di impianti industriali (pompe di calore, illuminazione a LED e digitale) alla produzione di energia (fotovoltaico e trigenerazione). Dalla mobilità sostenibile (idrogeno, elettrico e biometano) alla rigenerazione urbana (reti di teleriscaldamento sostenibili, illuminazione pubblica e strumenti digitali per la pianificazione energetica). Senza tralasciare economia circolare e incentivi ambientali.

Piccola postilla: “Si tratta di servizi molto diversi: alcuni sono già pronti per il mercato, altri lo saranno nei prossimi anni”, ammette l’amministratore delegato di Edison Next Giovanni Brianza.

Sui costi di transizione la battaglia sarà serrata: soprattutto per quelle piccole e medie imprese che potrebbero avere più difficoltà a far sposare la sostenibilità con la competitività. “C’è grande interesse, ma ci deve essere gradualità” dice Brianza. Il percorso è difficile, ma la sostenibilità rimane chiaro indirizzo di politica industriale: in Europa le emissioni di CO2 devono essere abbattute del 55% entro il 2030, bisogna scendere a zero entro la seconda metà del 2050.

A proposito degli altri pilastri: sulle energie rinnovabili Edison non fa mistero di voler incrementare fino al 40% del totale la propria produzione di energia da queste fonti entro il 2030. Più complesso il capitolo gas: l’utilizzo del GNL (gas naturale liquefatto) per il trasporto pesante su gomma e per quello navale rappresenta -per la società- una soluzione utile e efficace per la riduzione delle emissioni . I green gas (biometano, bioGNL e idrogeno) sono ancora in fase di sviluppo. Edison è il secondo operatore di stoccaggio di gas naturale in Italia. “L’unica posizione in Russia è un contratto di approvvigionamento di un miliardo che scade quest’anno e sarà sostituito dal prossimo con GNL americano” specifica Monti.

Che apre all’ipotesi dei mini reattori nucleari: “Non emettono Co2 e sono impianti più sicuri: credo che possano essere una delle soluzioni nella sfida della transizione”.

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