mercoledì 4 maggio 2022
Fatturato a 49,3 miliardi di euro (+25,5%), esportazioni in crescita (+20,6% sul 2020). Rinnovato il contratto per circa 100mila lavoratori impiegati in 30mila pmi dell'area legno-lapidei
Il settore Legno-Arredo è in ripresa

Il settore Legno-Arredo è in ripresa - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Un anno da incorniciare. Lo avevano già evidenziato i preconsuntivi elaborati dal Centro studi FederlegnoArredo. La ripresa del settore era iniziata già negli ultimi mesi del 2020: fatturato a 49,3 miliardi di euro (+25,5%); confermata la doppia cifra anche sul 2019 (+14%), pari a circa sei miliardi in più e un saldo commerciale di 8,2 miliardi. A determinare il dato complessivo è l’andamento delle esportazioni, che rappresentano il 37% del fatturato totale, pari a oltre 18 miliardi di euro (+20,6% sul 2020 e +7,3% sul 2019), ma è soprattutto la dinamicità del mercato italiano, che ha sfiorato i 31 miliardi di euro (+28,7% sul 2020, +18,4% sul 2019). Dopo la crisi che nel 2020 ha colpito duramente il nostro Paese e non solo, il 2021 ha rappresentato, pur tra notevoli difficoltà (materie prime, caro-energia, logistica e trasporti), un anno importante nel consolidamento della ripresa del settore e per l’Italia questo ha significato anche una rinvigorita dinamica delle esportazioni. Vista la guerra tra Russia e Ucraina, diventa difficile azzardare previsioni per l’anno in corso e il rischio concreto è che una brusca frenata nei consumi e il clima di incertezza e preoccupazione, vanifichi il recupero del 2021. Ciò nonostante, l’impegno delle imprese è sempre rivolto alla ricerca di prodotti e materiali innovativi, di nuovi mercati e a uno nuovo sviluppo del settore che ha nella sostenibilità un elemento imprescindibile per la competitività internazionale. «All’inizio dell’anno la speranza era di tornare a una situazione di maggiore normalità e di rallentamento dei prezzi - spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo -. Purtroppo la crisi in Ucraina ha peggiorato lo scenario, portando a ulteriori aumenti delle materie prime e a una grave carenza di legno, che proviene in gran parte proprio dai territori interessati direttamente o indirettamente dal conflitto, per un valore complessivo che supera i 200 milioni di euro all’anno. Basti pensare che con l’ultimo pacchetto di sanzioni europee verso la Russia è vietato acquistare, importare o trasferire nell'Unione, direttamente o indirettamente, se sono originari della Russia o sono esportati dalla Russia, legno, carbone di legna e lavori di legno di qualsiasi specie legnosa, sia essa di latifoglie che di conifere (quindi non solo betulla). In altre parole tutto».

Proprio nella tarda serata di ieri i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e le associazioni datoriali Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai hanno sottoscritto il verbale di accordo per il rinnovo del contratto nazionale dell’area legno-lapidei. Il contratto interessa circa 100mila lavoratori impiegati in 30mila piccole e medie imprese e aziende artigiane dei due settori. Era scaduto il 31 dicembre del 2018 e ha decorrenza dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2022. La parte salariale prevede 150 euro di una tantum: 75 euro a luglio e 75 a ottobre. «Si tratta di un rinnovo importante – dichiarano i segretari nazionali Fabrizio Pascucci, Claudio Sottile, Tatiana Fazi -. Arrivato dopo una trattativa lunga e difficile. Oltre al significativo aumento salariale l’accordo prevede otto ore di formazione aggiuntive sul tema dell'alfabetizzazione digitale, l’aumento di due mesi di aspettativa non retribuita e l’invito agli enti bilaterali a integrare le prestazioni per le donne lavoratrici vittime di violenza».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: