martedì 24 gennaio 2017
Intesa rompe gli indugi e conferma che "possibili combinazioni industriali" con il Leone di Trieste sono "oggetto di valutazioni".
La sede milanese del Gruppo Generali

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Intesa rompe gli indugi e, sulle voci sempre più insistenti di un'imminente operazione sulle Generali, conferma che "possibili combinazioni industriali" con il Leone di Trieste sono "oggetto di valutazioni" da parte del management. La Borsa ci crede, con acquisti molto consistenti su Generali e anche su Mediobanca. E scende in campo la Consob, con una convocazione lampo in tempi diversi della banca, della compagnia assicurativa e di Unicredit, in partita come primo socio di piazzetta Cuccia, che è il primo azionista di Trieste.

Nel fine settimana erano circolate indiscrezioni stampa circa un interessamento al Leone di Trieste da parte sia di Intesa Sanpaolo sia del colosso assicurativo tedesco Allianz, entrambi in manovra per contrastare la compagnia francese Axa candidata numero uno a una fusione con il gruppo nostrano.

Le voci sono andate di pari passo con l’imminente uscita del direttore generale della compagnia italiana, Alberto Minali, e seguite, ieri, a Borsa chiusa dalla mossa difensiva del Leone che ha acquisito i diritti di voto su 505 milioni di azioni di Intesa Sanpaolo pari al 3,01% del capitale, attraverso un’operazione di prestito titoli. Per gli analisti finanziari, da Banca Akros a Banca Imi, da Equita Sim a Icbpi, un’operazione sul gruppo di Trieste della banca italiana o della compagnia tedesca, magari in tandem, appare complicata per problemi di antitrust visto che Allianz è già protagonista sul mercato di casa nostra e Generali è pure attiva in Germania. Ma alcuni indizi lasciano ruota libera agli scenari considerando che Philippe Donnet, amministratore delegato di Generali, arriva proprio da Axa e che da quel gruppo ha portato a Trieste alcuni top manager.

In tal senso l’uscita di Minali è nella logica delle cose considerando che questi era stato nominato direttore finanziario dal precedente numero uno del Leone di Trieste, Mario Greco, che con lui aveva lavorato in Eurizon (Intesa Sanpaolo). E Greco a sua volta si era disfatto di Raffaele Agrusti, "uomo dei numeri" della pregressa gestione. Oggi si riunisce il Cda della compagnia triestina.

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