venerdì 10 febbraio 2017
Lo storico marchio dei salumi diversifica sempre più. Dopo le affettatrici Berkel e la cartoleria Pineider apre il suo secondo ristorantino a Milano
Il Rovagnati Bistrò Italiano di Corso Garibaldi

Il Rovagnati Bistrò Italiano di Corso Garibaldi

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Fare i prosciutti non basta più. Nemmeno quando ti chiami Rovagnati e sei riuscito a nobilitare un salume tradizionalmente considerato di “serie B” come il prosciutto cotto inventandoti il GranBiscotto. Oggi la società di Biassono, nata in Brianza dopo la Seconda Guerra mondiale producendo burro e formaggio e passata con successo alla produzione di affettati negli anni ‘60, è un gruppo sorprendentemente diversificato.

Il processo di apertura ad attività diverse dalla produzione alimentare (che non si limita più ai salumi) è iniziato nel 2014 con l’acquisizione di Berkel, lo storico marchio delle affettatrici “a volano” color ciliegia inventate nel 1898 da Whilelmus Van Berkel, giovane macellaio di Rotterdam appassionato di meccanica. Per conquistare quella che è la Ferrari delle affettatrici, finita in concordato preventivo dopo il fallimento del piano di rilancio del fondo lombardo Futurimpresa, i Rovagnati hanno battuto un’agguerrita concorrenza internazionale.


Il secondo passaggio, che ha portato Rovagnati ancora più lontano dalla sua attività tradizionale, è arrivato a novembre del 2016 con l’acquisizione di Pineider, storico marchio della cartoleria artigianale fiorentina famoso per le penne, le carte da lettere e gli oggetti in pelle griffati. Anche in questo è un’acquisizione che viene dopo il fallimento di un altro piano di rilancio (stavolta ci aveva provato la holding Hopa di Carlo Gnutti).

E a fine 2016 il gruppo ha anche debuttato nella ristorazione diretta, con l’apertura di un primo Rovagnati Bistrò italiano a Milano, in Piazza XXV aprile, vicino a Eataly. Un locale dove servire panini e piatti a base di salumi Rovagnati «per promuovere un rapporto più diretto con il consumatore e valorizzare l’uso dei salumi nella cucina» come ha spiegato Claudia Limonta, moglie del fondatore Paolo Rovagnati (scomparso nel 2008) che guida il gruppo assieme ai figli Ferruccio e Lorenzo.


A poche settimane dal lancio del primo ristorante milanese l’azienda ha aperto un secondo locale, sempre a Milano, in Corso Garibaldi, zona Brera. Segno che quello nella ristorazione non è un progetto a breve termine. Sono in vista nuove aperture in Italia e all’estero per quest’anno. Locali che fanno da vetrina («un modo diverso per raccontarsi, per “testare” direttamente i prodotti e una straordinaria occasione di branding») e, nei piani, porteranno anche utili.


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