lunedì 28 novembre 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Secondo l’Aiaf, l’associazione italiana degli a­nalisti finanziari, i 'tecnici' che studiano i mer­cati per tutte le società finanziarie, dalle ban­che alle Società di gestione del risparmio, la crisi del debito sovrano nell’area euro trae origine dalla crisi finanziaria del 2008-2009. Ma ha radici profon­de nel modello di sviluppo contemporaneo e pre­senta caratteristiche specifiche di natura economi­ca e istituzionale, che la rendono unica e partico­larmente complessa. Per questo l’Aiaf ha messo a punto un documento, una 'road map', che propo­ne soluzioni percorribili per superare la crisi del de­bito sovrano e rafforzare l’infrastruttura economi­co- finanziaria e istituzionale in Europa. Un percor­so costituito da azioni immediate e interventi di più lungo periodo può costituire, secondo gli analisti fi­nanziari italiani, uno strumento di rassicurazione dei mercati e soprattutto di difesa dell’Unione eco­nomica e monetaria nel medio-lungo termine.
1. NEL BREVE TERMINE: RESTA CRUCIALE IL RUOLO DELLA BCE Per assicurare la tenuta dell’Eurozona e consentire una corretta trasmissione della politica monetaria, la Bce dovrà proseguire negli acquisti di titoli di Stato. Una delle fasi più acute della crisi del debito sovrano, e probabilmente quella che ha determinato un “salto di gravità”, risale ad agosto 2011, quando i mercati finanziari hanno messo in dubbio la capacità dell’Italia di sostenere il proprio debito, a fronte di un’elevata incertezza sulla capacità delle autorità politiche europee di arginare il dilagare della crisi. In tale contesto, il ruolo della Bce è stato cruciale. 1. NEL MEDIO TERMINE: RAFFORZAMENTO DELLA GOVERNANCE UE E RILANCIO DELLA CRESCITA Le riforme per la governance e la crescita europee (il cosiddetto Six Pack, l’Euro Plus Pact e la strategia Europe 2020) vanno rapidamente implementate e rafforzate per favorire la convergenza economica e accentuare la natura vincolante degli obiettivi di finanza pubblica.Va incentivato un modello di crescita mondiale equilibrato ed equo, attraverso sane politiche energetiche ed evitando squilibri macroeconomici potenzialmente destabilizzanti.
2. NEL BREVE TERMINE: RAFFORZARE IL FONDO SALVA-STATI L’European Financial Stability Facility (Efsf), che a regime sarà sostituito dall’European Stability Mechanism (il cosiddetto fondo salva-Stati) e che rappresenta il principale strumento di sostegno dei Paesi dell’area euro in difficoltà, necessita di un veloce rafforzamento oltre che di un’adeguata flessibilità operativa. A tal fine è opportuno che la capacità decisionale non sia condizionata all’assenso unanime dei paesi contributori, soprattutto in situazioni nelle quali la rapidità d’azione è una condizione essenziale per la stabilizzazione dei mercati. 2. NEL MEDIO TERMINE: INSERIMENTO IN COSTITUZIONE DEI VINCOLI DI BILANCIO L’inserimento nelle costituzioni nazionali dei vincoli di bilancio, sebbene auspicato nell’ambito della recente riforma della governance europea, è lasciato alla discrezionalità dei singoli Paesi. Andrebbe quindi armonizzato, ma senza rinunciare al ruolo anticiclico di politiche fiscali espansive. Il raggiungimento di moderati surplus di bilancio (circa l’1%) da utilizzare in periodi di crisi economica rappresenta una soluzione di lungo termine percorribile e utile a contenere il livello del debito.
3. NEL BREVE TERMINE: EVITARE IL DEFAULT "INVOLONTARIO" DELLA GRECIALe condizioni economico finanziarie della Grecia sono gravi e rendono il Paese di fatto già insolvente. Ma Atene ha varato importanti manovre correttive e il debito potrebbe essere riportato sotto controllo.Va tuttavia precisato che qualora la ristrutturazione del debito avvenisse su base involontaria ancorché “ordinata”, modificando di fatto in modo forzoso le condizioni delle obbligazioni governative, l’effetto sistemico potrebbe essere devastante e finanche peggiore di quello osservato dopo il default di Lehman Brothers. 3. NEL MEDIO TERMINE: INTEGRAZIONE ISTITUZIONALE E MODIFICHE AI TRATTATI L’integrazione europea va accentuata, attraverso un maggiore accentramento di alcune funzioni di finanza pubblica per i membri dell’area euro, fino alla costituzione di un’istituzione ad hoc, e la necessaria modifica dei trattati. L’adozione di misure di tassazione organiche a livello europeo, riducendo parte degli oneri fiscali nazionali, rappresenta una cessione di sovranità fiscale dalla periferia al centro, condizione necessaria per una maggiore integrazione.
4. NEL BREVE TERMINE: RAFFORZARE IL CAPITALE DELLE BANCHE Rafforzare la posizione patrimoniale delle banche europee attraverso tre canali in ordine di priorità: a) mercato o fonti private; b) interventi governativi dei singoli Paesi ai quali le banche appartengono; c) European Financial Stability Facility.Va tuttavia preservata la capacità di credito all’economia da parte del sistema bancario. I titoli di Stato europei andrebbero valutati al valore nominale, perché va implicitamente esclusa l’ipotesi di ristrutturazione del debito pubblico europeo. 4. NEL MEDIO TERMINE: EMISSIONE DI EUROBOND O STABILITY BONDA un maggiore accentramento fiscale e solo condizionatamente ad esso, può corrispondere l’emissione di obbligazioni garantite pro-quota dagli stati membri dell’Unione Economica e Monetaria. L’emissione di Eurobond (o Stability Bond) nella misura corrispondente al 60% del Pil di ogni Paese, ad esempio, rappresenta una soluzione in grado di determinare vantaggi immediati per le finanze pubbliche dei Paesi più deboli.Va inoltre realizzata una modifica statutaria della Bce, per consentirle un ruolo attivo quale prestatore di ultima istanza e nel sostegno alla crescita.
5. NEL BREVE TERMINE: PRESIDIARE L’ANDAMENTO DEI MERCATI È fondamentale presidiare l’andamento dei mercati, con specifico riferimento all’opportunità di estendere i divieti di 'vendite allo scoperto nude' e di 'trading nudo sui Cds' per i tempi necessari, oltre a finalizzare la legislazione diretta all’implementazione delle regole di preventiva “individuazione della controparte” e di “ragionevole aspettativa” di disporre delle azioni oggetto di vendita allo scoperto.Va accelerata la regolamentazione dei mercati 'non regolamentati' ('over the counter'). 5. NEL MEDIO TERMINE: APPLICAZIONE OMOGENEA DEI CRITERI DI BASILEA III Sebbene diluiti nel tempo, i criteri che saranno adottati nell’ambito della nuova regolamentazione bancaria sono di fatto stati anticipati da molti gruppi bancari e saranno probabilmente rafforzati dal piano di ricapitalizzazione delle banche europee. Basilea III rappresenta un fattore di fiducia imprescindibile per un sano sostegno all’economia e per riconquistare la fiducia dei mercati. Tuttavia tale rafforzamento non deve essere penalizzante per le banche europee.
6. NEL BREVE TERMINE: PROSEGUIRE L’AGGIUSTAMENTO DEI CONTI PUBBLICI La correzione dei conti pubblici, soprattutto per i Paesi più esposti come l’Italia, è una condizione indispensabile per la stabilità di medio-lungo termine. La realizzazione di riforme strutturali di lungo termine, come quelle riguardanti la spesa pensionistica, la lotta all’evasione fiscale, le liberalizzazioni e una maggiore efficienza della pubblica amministrazione, possono rappresentare da subito quel segnale convincente di aver intrapreso un percorso di risanamento strutturale.6. NEL MEDIO TERMINE: AGENZIE DI RATING E REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI L’esperienza recente ha dimostrato la necessità di una maggiore regolamentazione e trasparenza dei mercati, evidenziando quanto la parcellizzazione delle piazze finanziare, spesso poco trasparenti, possa determinare rischi significativi per il sistema. Va inoltre stimolata la creazione di agenzie di rating, anche a carattere sovranazionale, distinguendone l’attività per le imprese da quella per gli stati sovrani.Va garantita una maggiore concorrenza nel settore e assicurata un’adeguata regolamentazione e una costante indipendenza dagli interessi privati e dalle autorità pubbliche.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: