mercoledì 5 giugno 2019
Bruxelles propone agli Stati di punire l'Italia per il mancato rispetto della regola sul debito. Il commissario Dombrovskis: il governo sta danneggiando l'economia italiana
Il commissario europeo al Bilancio, il tedesco Oettinger

Il commissario europeo al Bilancio, il tedesco Oettinger

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Come previsto la Commissione europea ha raccomandato ai governi dell'Unione l'avvio di una procedura di infrazione contro l'Italia. L'infrazione riguarda l'elevato livello del debito pubblico, che non è stato ridotto e attualmente è al 132,1% del Pil.

La regola del debito "non è stata rispettata" nel 2018, nel 2019 e non lo sarà nel 2020, e quindi "è giustificata" una procedura per debito eccessivo scrive la Commissione Ue nel rapporto sul debito italiano. Per Bruxelles il rallentamento economico "spiega solo in parte l'ampio gap" nel rispetto della regola, e la "retromarcia" su alcune riforme pro-crescita del passato, come quella delle pensioni, e il deficit proiettato oltre il 3% nel 2020, rappresentano "fattori aggravanti".

La Commissione si aspetta che il debito italiano salga sia nel 2019 sia nel 2020 oltre il 135%, anche a causa di "un avanzo primario in discesa, e privatizzazioni non raggiunte". "Sebbene restino limitati i rischi di rifinanziamento nel breve termine, il debito pubblico resta una fonte di vulnerabilità dell'economia italiana", avvertono da Bruxelles.

Tra le raccomandazioni per l'italia, la Commissione suggerisce di usare le entrate inattese per abbattere il debito, spostare la tassazione dal lavoro, combattere l'evasione, specialmente l'omessa fatturazione, rafforzando l'uso di pagamenti elettronici, e abbassando la soglia per i pagamenti in cash. Attuare pienamente le passate riforme delle pensioni per ridurre il peso di quelle di vecchiaia sulla spesa pubblica e creando spazio per altre spese sociali pro-crescita.

La decisione della Commissione "va ben aldilà della procedura. Quando guardiamo all'economia italiano vediamo i danni che stanno facendo le recenti scelte politiche", ha detto Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione, in una conferenza stampa. "La spesa per interessi per l'Italia nel 2018 si è rivelata più alta di circa 2,2 miliardi di euro a 65 miliardi invece di 62,8 miliardi", ha detto Dombrovskis. Inoltre, "la crescita si è praticamente fermata. Il colpo alla fiducia e i tassi di interesse più alti hanno aggravato l'impatto di fattori esterni, come le tensioni commerciali globali e un rallentamento generale nell'economia mondiale".

Una volta che la Commissione proporrà la procedura contro l'Italia ai governi, l'Ecofin, che unisce i ministri delle Finanze degli Stati europei, avrà due settimane per decidere se appoggiare la richiesta di Bruxelles. La decisione deve quindi arrivare entro il 19 di giugno. L'apertura formale della procedura di infrazione potrebbe così arrivare l'8-9 luglio, in occasione della riunione dei ministri delle Finanze. Rischiamo sanzioni fino allo 0,2% del Pil, cioè circa 3,5 miliardi di euro all'anno.

Da Hanoi, nel suo primo giorno di visita in Vietnam, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha assicurato che "farà di tutto" per scongiurare la procedura di infrazione.

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