venerdì 10 febbraio 2017
Il calo della sterlina provocato dalla Brexit, combinato con la cattiva annata dell'extravergine italiano e spagnolo, ha spedito il prezzo alle stelle.
(skevbo via Flickr https://flic.kr/p/8nm2Qm)

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Prima sono sparite le zucchine, poi è stata la volta delle melanzane. Ora trovare un cesto d’insalata sulle mensole dei supermercati del Regno Unito è diventata una vera e propria impresa. Gli inglesi tendono a dare la colpa al cattivo tempo in Spagna e in Italia, che avrebbe dimezzato i raccolti, ma è ovvio che la Brexit sta avendo già i suoi effetti spiacevoli sul mercato anglosassone, già due anni prima che venga implementata.

«Sono tre settimane che non vediamo una lattuga», ci dice un commesso di Sainsbury’s, una delle catene di supermercati più grandi del Regno Unito, e «no, non sappiamo quando ce le manderanno». Sta di fatto che il fortunato che riesce a mettere le mani su un cesto di lattuga se prima lo pagava dai 50 agli 80 centesimi, ora deve sborsare la bellezza di 3 o 4 sterline. Un aumento spropositato che, oltre al cattivo tempo e alla cattiva produzione, è legato irrimediabilmente alla svalutazione della sterlina, un altro effetto della decisione della Gran Bretagna di uscire dall’unione. E così i prodotti che erano diventati comuni e accessibili sugli scaffali dei supermercati, stanno diventando veri e propri beni di lusso.

L’olio extra vergine di oliva, per esempio, è uno di questi. Il suo prezzo è aumentato anche in Italia e in Spagna ma è in Gran Bretagna che sta producendo scenari davvero preoccupanti. Grazie al collasso della sterlina ha raggiunto il prezzo più caro negli ultimi sette anni con aumenti in certi casi anche del 20 per cento. «Solitamente ne compro cento litri – spiega Ben Tish del ristorante spagnolo di Londra Salt Yard – ma il prezzo all’ingrosso è salito da 23 sterline per cinque chili a 26 in solo tre mesi e tra poco non ce lo potremo più permettere».


L’impatto è stato ancora più deleterio sul cuoco Jamie Oliver che a causa del crollo della sterlina ha dovuto chiudere sei dei suoi ristoranti italiani. «L’olio d’oliva – ha spiegato qualche giorno fa – è diventato estremamente prezioso. Bisogna considerare che nei nostri ristoranti viene venduto a cucchiaio, come si fa con il caviale o il fois gras». Anche lo chef Francesco Mazzei, del ristorante Sartoria nel cuore di Londra, ha dovuto alzare i prezzi. «L’olio d’oliva è diventato un vero lusso», ha detto. Ed è molto probabile che i prezzi continueranno a salire. «Il costo dell’olio di oliva è diventato molto imprevedibile negli ultimi due anni a causa del mal tempo in Spagna e in Italia e la produzione è destinata a scendere dell’otto per cento questa stagione», ha spiegato un portavoce di Mintec.

Il mercato della ristorazione e del cibo britannico si basa in maniera non indifferente sui prodotti italiani. Se fino a venti anni fa l’olio d’oliva si trovava solo nelle farmacia, come rimedio per pulire le orecchie, e nei negozi specializzati, oggi è nelle cucine di tutti i britannici accanto al sale e al pepe. Nel 2015 l’export dell’olio d’oliva in Gran Bretagna, secondo stime della Coldiretti, è stato di 57 milioni di euro con un aumento del 14 per cento nel 2016.

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