martedì 11 maggio 2021
Rialzi tra gli 8 e i 9 centesimi in una settimana portano i listini ai massimi da un anno. E con il caso della condotta attaccata dagli hacker la settimana prossima sarà anche peggio
Una stazione di servizio a Roma

Una stazione di servizio a Roma - Ansa

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I prezzi dei carburanti sono aumentati di quasi 8 centesimi al litro in una settimana, riportandosi a livelli che non si vedevano da prima della pandemia. Le ultime rilevazioni del ministero dello Sviluppo economico mostrano che nella settimana che va dal 3 al 9 maggio il prezzo medio della benzina è aumentato di 8,9 centesimi, a 1,589 euro al litro, mentre quello del gasolio è aumentato di 8,4 centesimi, a 1,447 euro al litro.

Con questi rialzi si può dire chiusa la fase di carburanti a prezzi stracciati che ha contraddistinto i mesi del lockdown. All’inizio di febbraio 2020, cioè prima del Covid-19, la benzina costava più o meno 1,60 euro al litro e il gasolio circa 10 centesimi in meno. Le restrizioni globali hanno fatto precipitare le quotazioni del petrolio e, come diretta conseguenza, anche quelle dei carburanti. Un anno fa benzina e gasolio toccavano i minimi degli ultimi cinque anni, rispettivamente a 1,36 e 1,25 euro al litro. Dopo una risalita estiva, con successiva discesa, le quotazioni hanno ripreso a salire da novembre, fino ad arrivare ai livelli attuali.

È probabile che la settimana prossima ci sarà un’ulteriore accelerazione di questi rialzi: l’attacco hacker alla condotta Colonial, negli Stati Uniti, ha provocato un rialzo delle quotazioni del petrolio che ancora non si è scaricato sui prezzi finali.

I margini di movimento verso l’alto o verso il basso dei listini dei carburanti sono comunque sempre limitati: più della metà del prezzo finale è rappresentato dalle tasse. Va allo Stato il 64% della spesa nel caso della benzina e il 60% nel caso del gasolio.

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