lunedì 25 aprile 2022
Dopo Torino e Catania, il capoluogo lombardo presenta (mercoledì 27 aprile) un luogo di aggregazione e un innovativo modello di imprenditoria sociale, inclusione ed educazione per i giovani
Con l'abbandono scolastico si riduce l'occupabilità per molti giovani

Con l'abbandono scolastico si riduce l'occupabilità per molti giovani - Archivio

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Dopo aver coinvolto decine di migliaia di ragazzi a Torino e Catania (5mila nel solo 2021), arriva a Milano la Piazza dei mestieri: un luogo di aggregazione e un innovativo modello di imprenditoria sociale, inclusione ed educazione per i giovani, in cui sperimentare un approccio positivo alla realtà, dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei talenti di ciascuno. È un’esperienza di comunità che coinvolge imprese, scuole, istituzioni e terzo settore che formano una rete a sostegno dei giovani in difficoltà, dando una risposta efficace al fenomeno della dispersione scolastica - che, secondo l’Istat, interessa in Italia 543mila ragazzi (il 13,1%, una delle quote più alte nell’Ue) - e favorendo al contempo lo sviluppo di un quartiere, l’incontro generazionale ed etnico, la ripartenza dell’occupazione giovanile e la diffusione della cultura. Mercoledì 27 aprile, alle 11, sarà presentata la nuova Piazza dei mestieri di Milano, che sarà la nuova casa dei progetti di formazione per i ragazzi a rischio dispersione scolastica, dei percorsi di integrazione per gli stranieri, dell’orientamento per permettere a tutti di intraprendere la strada più adeguata alla propria realizzazione professionale e personale, degli eventi culturali e delle proposte per il tempo libero.

Aziende e scuole insieme contro l'abbandono scolastico

Al via in tutta Italia il progetto promosso da Elis - ente non profit di formazione e consorzio che raccoglie intorno a sé oltre 100 grandi gruppi e pmi italiane - e da 11 grandi aziende (Ansaldo Energia, Banco Bpm, Enel, Eni, Fincantieri, Fondazione Ernesto Illy, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Poste Italiane, UniCredit e Fondazione Snam), per contrastare l’abbandono scolastico degli studenti delle scuole superiori. School4Life avrà la durata di due anni e prevede attività di orientamento rivolte ai giovani a rischio di abbandono, e ad iniziative a supporto di famiglie e docenti. L’obiettivo è di coinvolgere complessivamente 15mila studenti su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione alle regioni in cui il fenomeno è più diffuso. Secondo i dati del ministero dell’Istruzione, nell’ordine, principalmente: Sardegna, Campania, Sicilia, Lombardia e Liguria. Rispetto agli obiettivi fissati da Bruxelles con la strategia Europa 2020 per riportare i tassi di abbandono sotto la soglia del 10%, il Rapporto Istat sui Livelli di Istruzione 2021 rileva che nel nostro Paese la percentuale si attesta al 13,1, sul totale della popolazione scolastica. Un problema che si ripercuote direttamente sulle prospettive occupazionali e, più in generale, sulla capacità progettuale dei giovani. Secondo il Rapporto Ocse 2019, infatti, i disoccupati con licenzia media sono il doppio dei diplomati e quasi il quadruplo dei laureati. Inoltre, sempre secondo l’Ocse, l’abbandono scolastico prima del diploma contribuirebbe per il 35% al fenomeno dei Neet, persone tra i 20 e i 24 anni che non studiano, non lavorano né cercano un’occupazione. Nel 2020 erano più di due milioni, secondo i rilevamenti Istat. Grazie alla collaborazione tra scuole e imprese, School4Life sarà in grado di affrontare le difficoltà sperimentate dai giovani, unendo competenze didattiche e pedagogiche con una conoscenza dei saperi in relazione al mondo del lavoro. Le attività di orientamento con gli studenti vedranno coinvolti tra gli altri, come role model e mentor, professionisti delle aziende e studenti universitari. Incontri di orientamento si alterneranno con la realizzazione di progetti di gruppo, maratone di creatività (creathon) e altre attività pensate per offrire momenti di confronto e apprendimento su base esperienziale. Programmi formativi per docenti, webinar per genitori e lo sportello “Noi Restiamo” per il recupero di situazioni a rischio, saranno invece gli strumenti rivolti agli adulti che accompagnano i ragazzi nel loro percorso scolastico. Il programma mira anche a promuovere l’avvicinamento della popolazione studentesca femminile alle materie Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics), competenze che sono ancora principalmente appannaggio in Italia dell’universo maschile, ma che determineranno sempre più in futuro le opportunità di lavoro.

Dadone: nei Comuni sportelli per intercettare i Neet

Sportelli nei Comuni per intercettare e indirizzare i Neet, ovvero i giovani inattivi. Lo ha spiegato la ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, a Genova per la tappa ligure del Neet working tour, iniziativa promossa dal governo per contrastare questo fenomeno. «Servirà lavorare con i Comuni per creare sportelli all'interno delle amministrazioni comunali e un canale di comunicazione diretto, perché spesso le informazioni non arrivano, non si conoscono e diventa difficile per i ragazzi orientarsi, prendere scelte e capire quale possa essere la destinazione futura», ha detto la ministra. «In Italia sono tre milioni i ragazzi che non studiano, non si formano e non hanno in mente di farlo - ricorda Dadone -. Sono moltissimi e su questo bisogna riuscire a lavorare: è importante riuscire ad andare sui territori e agganciare questi ragazzi. Abbiamo un primato preoccupante in Europa: il Paese non si può più permettere il mancato investimento su risorse, energie e intelligenze. È il motivo per cui abbiamo deciso di partire con le prime dodici tappe di questo tour, che spero di riproporre in autunno». «È stato fatto, per la prima volta, un piano programmatico - aggiunge - di ingaggio e aggancio di questi ragazzi, con una strategia di prossimità: si tratta di lavorare con i Comuni per fare una mappatura di questi ragazzi e capire dove hanno interrotto il loro percorso. Poi, va migliorata la comunicazione delle progettualità che ci sono. Il governo ha stanziato in manovra risorse per un canale preferenziale all'interno dei Centri per l'impiego per i ragazzi inattivi, ma qui si tratta anche di fare sinergia, non solo di stanziare risorse: vanno moltiplicate le occasioni in cui i ragazzi si possono confrontare con partner importanti che possono rappresentare le possibilità occupazionali e gli approcci quotidiani al mondo del lavoro». «L'emergenza pandemica - conclude la ministra - ha fatto notare ancora di più al mondo degli adulti l'importanza di creare manifestazioni come queste dedicate a far conoscere opportunità lavorative, nuovi profili, come fare un curriculum, presentarsi per un'occasione di lavoro e creare un ponte tra il mondo della scuola e dell'occupazione».


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