sabato 1 dicembre 2012
In Italia scontro sull’Imu, nel resto del Continente lo Stato sostiene in pieno la libertà di educazione. Da Parigi a Berlino fino a Madrid i genitori possono scegliere senza costi aggiuntivi se mandare i propri figli alla scuola pubblica statale o a quella paritaria. Le rette, quando sono previste, sono veramente simboliche. Un miracolo? No, una scelta politica chiara.
FRANCIA I genitori pagano solo i servizi extra
GERMANIA I laender finanziano e l’istruzione è gratis
SPAGNA Gli aiuti alla «concertada» azzerano il costo delle rette
Bagnasco: aiutare le scuole cattoliche
I vescovi di Piemonte e Valle d'Aosta: paritarie colpite ingiustamente
Il Papa: «Le scuole cattoliche hanno una responsabilità storica»
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L’Europa sulla libertà di educa­zione « fa scuola » , ma solo a metà per l’Italia. Il nostro Pae­se, infatti, proprio in virtù della legi­slazione europea che sanziona «gli aiu­ti di Stato», ha rivisto la normativa cir­ca l’imposta sugli immobili, introdu­cendo l’Imu, tra l’altro, anche per le le scuole paritarie, a meno che « non chiedano solo una retta simbolica o che copra solo una porzione delle spe­se sostenute per il servizio». Una for­mulazione che, se non ci sarà una chiarificazione di diverso indirizzo, suona come un sinistro presagio per la sopravvivenza dell’intero sistema scolastico paritario.
Tanta solerzia e attenzione, però, il no­stro Paese non le ha mai dimostrate sul­l’altro versante della libertà di educa­zione, che in tutta Europa (tranne che in Grecia) è ampiamente garantita an­che dal punto di vista economico. Del resto il Parlamento Europeo il 14 mar­zo 1984 (ventotto anni fa), approvò u­na Risoluzione sulla libertà di scelta in campo educativo, in cui, dichiarò che questo diritto «implica per sua natura l’obbligo degli Stati membri di rende­re possibile l’esercizio di tale diritto an­che sotto il profilo finanziario e di ac­cordare alle scuole le sovvenzioni pub­bliche necessarie allo svolgimento del loro compito e all’adempimento dei lo­ro obblighi, in condizioni uguali a quel­le di cui beneficiano gli istituti corri­spondenti, senza discriminazioni nei confronti dei gestori, dei genitori, de­gli alunni e del personale».
Pubblichiamo tre esempi di Paesi che hanno fatto della laicità la propria ban­diera (Francia, Germania e Spagna), ma ritengono di dover sostenere con fon­di adeguati anche la scuola non stata­le, anche cattolica, assumendosi i co­sti del personale e in alcuni casi anche del funzionamento e rendendo, in que­sto caso, davvero simbolico il paga­mento di una retta. È in questo scenario (e non in quello i­taliano) che l’esenzione dall’Imu po­trebbe apparire «un aiuto di Stato». Pec­cato che in Italia per le 9.371 scuole cat­toliche paritarie, che accolgono oltre 740mila studenti (in base agli ultimi da­ti provvisori disponibili) lo Stato stanzi solo 500 milioni di euro. Con un rispar­mio di sei miliardi e mezzo di euro.
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