venerdì 12 luglio 2019
L'istituzione parigina tuttavia raccomanda di «rafforzare» i Centri per l'impiego e gli altri servizi sociali. Prioritaria la riforma della giustizia e la lotta alla corruzione
Reddito di cittadinanza per combattere la povertà, ma disoccupazione resta alta
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L'Italia ma anche la Grecia «hanno attuato degli schemi di benefici anti-povertà su scala nazionale». Così l'Ocse nel nuovo rapporto sulla crescita sostenibile prende atto dell'introduzione in Italia del reddito di cittadinanza, citando i governi che «hanno intensificato gli sforzi di riforma per affrontare le sfide sociali». In questi Paesi, e anche in Francia, Spagna e Turchia, tuttavia la «disoccupazione resta alta», si aggiunge nel testo.

Il documento sottolinea, in particolare, che «l
a disoccupazione resta alta, specie tra i giovani», ma anche che «gli investimenti privati si stanno espandendo in modo solido» grazie «agli incentivi fiscali e al rilancio del credito bancario». Secondo l'Ocse, tuttavia, «le disuguaglianze di reddito e i tassi di povertà sono aumentati bruscamente durante la recessione e restano alti. L'aumento della povertà», rileva lo studio, «colpisce in particolare le famiglie con bambini, e in alcune regioni i tassi di deprivazione materiale (gli indicatori di disagio delle famiglie, ndr) sono molto alti. Le emissioni di gas serra sono inferiori alla media Ocse, ma l'esposizione della popolazione all'inquinamento atmosferico è elevata».

L'Ocse riconosce lo sforzo fatto dal Paese per portare avanti le riforme. «Negli ultimi due anni - scrivono i tecnici dell'istituzione parigina - il progresso è stato significativo», tuttavia «la scarsa qualità delle infrastrutture, l'eccessivo peso normativo e le inefficienze fiscali e della pubblica amministrazione sfavoriscono il clima degli investimenti». L'accelerazione dell'attività economica, si legge nel rapporto,
«ha accresciuto l'occupazione, ma la maggior parte dei posti di lavoro sono temporanei. La partecipazione della forza lavoro è confluita verso la media Ocse ma questo sta rallentando il calo della disoccupazione».

L'Ocse entra poi nel merito di alcune delle riforme introdotte in Italia, tra cui il reddito minimo e il Codice degli appalti. «Le famiglie povere ora hanno accesso a un reddito minimo garantito». Questo giudizio positivo sul reddito minimo garantito è tuttavia subordinato alla raccomandazione di «rafforzare» i Centri per l'impiego e gli altri servizi sociali. «Il nuovo Codice degli appalti - nota poi il rapporto - è ben congegnato, ma la sua novità e la mancanza di un regolamento di attuazione hanno ritardato la sua piena attuazione, ostacolando gli investimenti pubblici».

«Le riforme dell'istruzione hanno collegato i curricula scolastici all'esperienza lavorativa», ma «i contributi di
sicurezza sociale per i giovani lavoratori sono stati tagliati». Le norme che tutelano il dipendente che segnala illeciti, «è un ulteriore passo verso il rafforzamento delle attività anti-corruzione». Secondo l'Ocse, poi, in Italia occorre «costruire un'efficace percorso di apprendistato e formazione professionale». Inoltre si devono migliorare «l'istruzione e i programmi di specializzazione per gli adulti», contribuendo così «a ridurre l'elevata percentuale di giovani non occupati» e ad «abbinare meglio le competenze dei lavoratori collegandole con un ambiente di lavoro in evoluzione».

Inoltre in Italia è prioritario riformare il sistema giudiziario in favore di una maggiore semplificazione e per assicurare un'efficace lotta contro la corruzione. «Un sano sistema giudiziario e un forte stato di diritto sono le condizioni per un'efficace implementazione delle riforme e in particolare per assicurare condizioni paritarie. Questa è una priorità chiave in Cina, Grecia, Indonesia, Italia, Messico e Russia», si legge nel documento. In questa cornice «le raccomandazioni abbracciano misure per il contrasto della corruzione, per il rafforzamento e la semplificazione delle procedure giudiziarie, il miglioramento degli appalti pubblici, in particolare nelle economie avanzate».

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