sabato 25 maggio 2019
Serrande giù in 55 negozi del gruppo in Italia. La Shernon Holding srl ha dichiarato fallimento dopo aver rilevato il marchio lo scorso agosto. La vicenda diventa un caso politico.
Mercatone Uno fallita. Nessun preavviso ai 1.800 dipendenti
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Via social e senza alcun preavviso hanno scoperto che il loro posto di lavoro è stato cancellato dalla mattina alla sera. E’ un risveglio amaro per i circa 1.800 dipendenti di Mercatone Uno che stamattina hanno trovato le serrande abbassate in tutti i 55 punti vendita del gruppo in Italia. E’ la conseguenza della sentenza con cui, poche ore prima, il tribunale fallimentare di Milano ha decretato il fallimento della Shernon Holding srl. Quest’ultima società, lo scorso agosto, aveva a sua volta rilevato i punti vendita dello storico marchio emiliano, annunciando un imponente piano di rilancio proiettato verso nuovi importanti ricavi già dal 2022. La svolta, alla luce dei fatti, non c’è stata. Anzi, è avvenuta un’accelerazione verso il baratro. Ad aprile, ad appena otto mesi dall’acquisizione, la stessa Shernon aveva presentato richiesta di concordato preventivo in continuità, garantendo comunque i presidi occupazionali fino al 30 maggio, data in cui è in programma da tempo un incontro al ministero per lo Sviluppo Economico “per studiare un piano di salvataggio per l'azienda".

A pochi giorni dalla riunione però, la Shernon ha dichiarato fallimento. “E quello che è più grave – dichiarano a caldo alcuni rappresentanti sindacali di categoria presenti davanti ai vari punti vendita - è che la società non solo non ha comunicato nulla ai sindacati, ma ha tenuto all'oscuro i lavoratori, ai quali non è arrivata alcuna lettera di licenziamento, e che hanno saputo della chiusura soltanto sui social, in tarda serata, dai responsabili delle varie filiali. Anche loro aggiornati all'ultimo secondo. Un comportamento inaccettabile, che necessita di un intervento imminente da parte del ministero".

Il caso Mercatone Uno, a poche ore dall’appuntamento alle urne per le elezioni europee, diventa tema caldo sul fronte politico nazionale. Matteo Salvini entra in una vicenda che sembra essere più attinente all’incarico ricoperto da Luigi Di Maio. “Mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà ¬– afferma il vicepremier e ministro dell'Interno - non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi”. Non tarda ad arrivare il commento del vicepremier e ministro del Lavoro e Sviluppo Economico, secondo cui la chiusura di Mercatone Uno "calpesta la dignità dei lavoratori". “Anche per questo ho deciso di anticipare a lunedì 27 maggio il tavolo che servirà prima di tutto a salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di Mercatone Uno, ma anche a fare chiarezza sulla responsabilità della proprietà nella loro gestione – annuncia Di Maio - Su questo mi aspetto responsabilità e collaborazione da parte di tutti”. Sulla vicenda interviene anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti: "È una vergogna, una crisi aziendale non può essere gestita in questo modo. Solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie. La vita vera demolisce la politica del governo fatta solo di tweet. Non vi lasceremo soli".

Critici e preoccupati i sindacati. “Il fallimento sembra aver reso nulli i sacrifici e gettato le maestranze in uno stato di profonda angoscia", hanno sottolineato in una nota congiunta Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Per la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, la chiusura è un fatto grave ed inquietante, perché non si può scaricare su migliaia di lavoratori e sulle loro famiglie una gestione aziendale a dir poco scandalosa. Il governo ha il dovere di intervenire per tutelare l'occupazione e la dignità dei lavoratori".


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