lunedì 20 novembre 2017
Nella bottega artigiana di Lucia Zerman un metodo innovativo per realizzare le maschere
Il fascino senza tempo delle maschere veneziane
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Il fascino delle maschere veneziane è senza tempo. Ne sa qualcosa Lucia Zerman, designer del laboratorio artigianale veronese La Fucina dei Miracoli, bottega artigiana fondata 42 anni fa dall’attore e scenografo veronese Vincenzo Della Croce, che ha creato un modo innovativo (in filigrana metallica) per creare le maschere di cartapesta. Un metodo che unisce la tradizione del 1300 con l’innovazione. «Tutto è nato nel 1975 – spiega Zerman –. Mio marito era un attore di teatro e dovendo mettere in scena una commedia di Goldoni ha pensato di andare a Venezia per comprare le maschere. Però, essendo molto esigente, ha deciso in seguito di farsele da solo. Alla fine di ogni rappresentazione ci facevano i complimenti, perché erano belle, allora mio marito è tornato a Venezia per mostrarle a un’artigiana che gli ha chiesto di produrle. Da lì è cominciato tutto».

Si parte dalla materia prima, la cartapesta, che si ottiene da semplici giornali vecchi che vengono messi a macerare e che in seguito vengono frullati, ma anche da altri materiali. L’impasto viene poi messi negli stampi, viene carteggiato e stuccato finché viene perfetto. In ultimo si fa la decorazione. «Quelle decorate sono nate in seguito, da un difetto dello stampo – continua l’artigiana – per coprirlo infatti è stata realizzata una decorazione. E così via, oggi ne facciamo di tutti i colori, come quelle realizzate con una tecnica che si chiama fotoincisione chimica, quelle interamente in metallo, ce ne sono 80 modelli». Quella delle maschere veneziane è una lavorazione che richiede l’impiego di numerose mani specializzate: la sola cartapesta per esempio ha bisogno di due o tre persone, perché è un procedimento molto laborioso, mentre quattro o cinque persone sono necessarie per completare tutte le altre fasi.

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