domenica 20 settembre 2020
La Fondazione Italia Sociale ha analizzato i flussi di beni mobili e immobili destinati alle organizzazioni non profit Nel 2018 donazioni per 137 milioni
Testamenti solidali in aumento

Testamenti solidali in aumento - Ansa

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La solidarietà affidata ad un testamento. I lasciti solidali in Italia sono uno strumento ancora poco utilizzato ma in continua crescita. Può contribuire a portare risorse importanti al Terzo Settore visto l’alto potenziale di ricchezza senza eredi, stimato in 129 miliardi di euro disponibile nei prossimi vent’anni in Italia. Fondazione Italia Sociale, in occasione della Giornata internazionale del 13 settembre, ha presentato l’indagine «I lasciti solidali in Italia: dati e opportunità future» realizzata dall’area Analisi e Studi della Fondazione, con il contributo del Comitato Testamento Solidale e dell’Istituto Serafico per Sordomuti e Ciechi.

L’analisi, che ha coinvolto le più grandi 150 organizzazioni non profit, ha ricostruito il flusso di beni mobili e immobili che ogni anno si muove verso questo settore grazie al testamento solidale: un fenomeno diventato negli anni meno occasionale, cresciuto del 30% tra il 2015 e il 2018 e che rappresenta il 12% del totale della raccolta fondi per un valore complessivo di 137 milioni di euro (nelle 150 non profit prese in esame). Per incentivare questo tipo di solidarietà la Fondazione Italia Sociale ha presentato una proposta di riforma della legge sulle successioni e donazioni che ha come obiettivo age- volare la destinazione filantropica dei lasciti, rimettere in circolo la ricchezza e promuoverne una distribuzione più equa. Per il segretario generale Gianluca Salvatori «i lasciti solidali hanno un sicuro potenziale inespresso: per una non profit fare raccolta fondi tramite lasciti solidali vuol dire ragionare su un orizzonte temporale medio lungo, garantendosi risorse svincolate da progetti specifici e dunque più adatte ad essere impiegate nella crescita dell’organizzazione ». Serve però un supporto e un incoraggiamento dal punto di vista normativo, così come è accaduto in altri Paesi europei, in cui i risultati sono stati tangibili. «La nostra proposta è molto semplice: rivediamo le soglie e le aliquote, tutelando i gradi di parentela diretta ma aumentando progressivamente le imposte per i discendenti più lontani (dal quarto grado in avanti) – spiega Salvatori –. E in parallelo incentiviamo chi intende destinare i propri beni a scopi di interesse sociale. Sarebbe una misura di equità, con cui chi ha avuto fortuna nella vita può contribuire al benessere di molti». La pandemia sembra aver avuto un effetto positivo sulle donazioni. Il Comitato Testamento Solidale ha realizzato una ricerca – condotta in collaborazione con Walden Lab su un campione di mille cittadini – su «Gli italiani e la solidarietà dopo il Coronavirus».

La solidarietà sembra essere entrata nel dna degli italiani: il 60% dichiara di avere fatto una donazione almeno una volta nella vita, nel primo semestre di quest’anno la percentuale di chi ha compiuto un gesto concreto è salita al 28%, rispetto al 21% dell’anno precedente. A fare da traino le donazioni l’emergenza sanitaria: i tre quarti dei donatori (il 21%, pari al 77% dei donatori nel 2020) dichiarano infatti di avere donato per sostenere la Protezione Civile ed altri enti coinvolti nell’emergenza coronavirus. La donazione media aumenta lievemente: da 70 euro nel 2018 arriva a 77 euro del 2020. Dopo il lockdown il 20% degli over 50 dichiara di aver fatto, o di essere orientato a fare, un lascito solidale in favore di un’organizzazione no profit, l’8% in più rispetto al 2018.

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