giovedì 7 settembre 2017
Basta caccia agli sconti, i consumatori ora sono disposti a pagare la qualità
La ripresa è nel carrello: il consumatore ora cerca la qualità
COMMENTA E CONDIVIDI

L’economia italiana prova a rialzare la testa. Parola del Rapporto Coop 2017 che anche per quest’anno ha analizzato le nostre abitudini quotidiane. I consumi sono in ripresa non solo in volumi (+3% gli alimentari nella grande distribuzione nel primo semestre e il Pil è previsto in crescita dell’1,5%) ma anche nella qualità dei prodotti che acquistiamo.
"Il 2017 è l’anno della fine del downgrading della spesa", hanno certificato gli analisti delle Coop. Basta quindi caccia agli sconti negli hard discount per tagliare lo scontrino finale perché "la maggioranza degli italiani si è lasciata alle spalle il tempo delle rinunce alimentari e della corsa alle promozioni". Il 70% dei consumatori, dato che ci posiziona al primo posto in Europa, è pronto, infatti, a pagare di più per comprare cose di maggior qualità e gli acquisti del paniere del lusso sono aumentati dell’8% nel primo semestre dell’anno. "Gli elementi di ripresa dei consumi sono evidenti", ha commentato il presidente di Coop Italia, Marco Pedron. "Continuiamo a frenare i prezzi di vendita e a difendere il potere d’acquisto dei nostri soci e consumatori".
I cibi "terapeutici" o superfood valgono ormai il 10% del carrello e crescono il doppio (+8%) dei prodotti tradizionali.

Qualche esempio: calano le vendite del latte Uht (- 4,6%) e crescono quelle del latte ad alta digeribilità (+146%). Mentre le uova di galline allevate a terra (+15%) rubano mercato a quelle di pennuti allevati in batteria (- 8,2%) malgrado il prezzo unitario più alto. "Siamo di fronte a segnali di ripresa che accogliamo positivamente ma che riteniamo ancora deboli e intermittenti se non saranno sostenuti e strutturati a sostegno soprattutto della crescita del lavoro", ha affermato il presidente Ancc-Coop, Stefano Bassi.
La recessione tuttavia ha cambiato per sempre le nostre abitudini e condizioni. Il 28,7% delle famiglie (un italiano su quattro) è a rischio povertà o esclusione sociale (era il 26% nel 2007), poco lontano dal drammatico 35,7% della Grecia e la dinamica dei redditi è azzerata dalla bassa crescita dei salari e dalla ripresa dell’inflazione.


Spendiamo ancora molto nella cura del corpo (10 miliardi l’anno), ci consideriamo il popolo più sano al mondo e abbiamo tagliato i vizi: sono in calo i fumatori (scesi dal 23,7% nel 2012 al 19,8% attuale) e beviamo meno alcolici. Resta invece intatta la passione per il gioco d’azzardo: l’Italia è tra i quattro Paesi che perde di più al mondo assieme a Usa, Cina e Giappone. Cambiamo auto e lavatrice approfittando dei bassi tassi d’interesse. Casa e istruzione dei figli rimangono prioritari. Rinunciano a tutto per viaggiare e trovare nuove esperienze (anche spirituali) nel tempo libero.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: