mercoledì 6 settembre 2017
Il bitcoin non arresta la sua corsa dopo la decisione della Banca centrale cinese di vietare le ICO (Initial coin offering, Offerte di valuta iniziali) bloccando la nuova emissione di criptovaluta
La Cina non ferma la (folle) corsa dei bitcoin
COMMENTA E CONDIVIDI

Il bitcoin non arresta la sua corsa dopo la decisione della Banca centrale cinese di vietare le ICO (Initial coin offering, offerte di valuta iniziali), di fatto bloccando l'offerta di criptovaluta. Dopo il crollo dell'11% di lunedì scorso, la valuta virtuale ha riguadagnato oggi il 4,5%. Il panico degli investitori è passato in fretta: il bando del Dragone non sembra avere intaccato il (folle?) trend della criptovaluta, che da gennaio 2017 a oggi ha guadagnato il 379%.
Le autorità cinesi avevano definito le monete virtuali "una minaccia per l'ordine economico e finanziario". Il bitcoin, che su alcune piattaforme era arrivato a una valutazione di 5.000 dollari, lunedì, dopo la direttiva, era quotata 26.400 yuan (4.029 dollari). Ieri ha recuperato a 4.280 dollari.

Perché Pechino ha deciso di darci un taglio

La Cina ha messo al bando le ICO utilizzate dalle start-up che bypassano le regolamentazioni di raccolta fondi e che utilizzano il blockchain, il sistema sottostante alle criptovalute. In Cina, dove il bitcoin è scambiato moltissimo, esistono almeno 40 piattaforme e la decisione della Banca centrale è legata alla sua volontà, annunciata fin dal luglio scorso, di fermare la fuoriuscita di capitali dal paese asiatico. A considerare illegale il meccanismo di crowfunding in cripto moneta, sette istituti cinesi oltre alla Peoplès Bank of China, tra cui i tre enti a supervisione dei settori bancario, assicurativo e azionario cinesi - la China Banking Regulatory Commision, la China Insurance Regulatory Commission, e la Cina Securities Regulatory Commission - e la China National Internet Finance Association, l'organizzazione statale di regolamentazione della finanza su internet.

Che cosa sono le ICO

Le ICO, equivalente nel mondo delle criptovalute delle Ipo, sono state definite "una forma di finanziamento pubblico illegale non approvato" e alimentano i sospetti che possano essere usate per commettere reati finanziari.

L'Osservatorio del PoliMi minimizza

"Dopo la forte crescita, la fluttuazione non deve stupire. Le oscillazioni continueranno anche per effetto della speculazione". Invita così a frenare gli "allarmismi" sul "crollo dei bitcoin" l'esperta Valeria Portale, Direttore del Tavolo di lavoro su Blockchain & Distributed Ledger degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, dopo la caduta in Borsa della critpovaluta. "La caduta del valore dei Bitcoin - osserva Portale - era da attendersi dopo la costante crescita degli ultimi mesi: le fluttuazioni sono normali per una moneta virtuale, certamente anche per effetto della speculazione. Ma niente allarmismi eccessivi: è presto per parlare di crollo e di fine della bolla, le oscillazioni continueranno anche nei prossimi mesi".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI