venerdì 16 luglio 2021
In cinque anni gli allevamenti che seguono il "metodo Cherasco" sono passati da 200 a 715, impiegando un indotto di oltre 9mila persone
Un allevamento di lumache

Un allevamento di lumache - Istituto internazionale di elicicoltura di Cherasco (Cuneo)

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Coltivare le lumache in Italia conviene. In cinque anni gli allevamenti elicicoli che seguono il "metodo Cherasco" sono passati da 200 a 715, impiegando un indotto di oltre 9mila persone e generando un significativo aumento di fatturato, cresciuto da 32 a oltre 350 milioni di euro. L'economia elicoidale - "verde", etica e sostenibile - basata sull'allevamento delle chiocciole sviluppato dall'Istituto internazionale di elicicoltura di Cherasco (Cuneo), assicura una "doppia redditività": oltre che dalla coltivazione e vendita delle chiocciole si ricava reddito anche dalla vendita della bava di lumaca.

Per Simone Sampò - presidente dell'Istituto internazionale di elicicoltura - «l'economia elicoidale, si sviluppa a spirale»: coinvolge diversi comparti, creando valore in termini di lavoro, reddito e benessere sociale ed ambientale oltre che nel settore gastronomica. La carne di chiocciola, infatti, è ricchissima di proteine con appena l'1,2% di grassi (meno della sogliola) e l'allevamento richiede un dispendio minimo di acqua ed energia. Inoltre sono coinvolti il segmento prodotti di benessere, bellezza e farmaceutica: la bava delle lumache ha eccezionali proprietà cicatrizzanti, nutrienti e antiossidanti e funge da gastroprotettore naturale; il commercio di frutta e verdura: la bava è un antimicrobico naturale in grado di allungare la conservazione dei prodotti confezionati; lo sviluppo di applicazioni tecnologiche avanzate negli impianti come sensoristica e blockchain; il sociale con progetti riabilitativi dove i pazienti traggono giovamento nel prendersi cura della chiocciola con tempi lunghi e scanditi, proprio come quelli del piccolo mollusco, e il progetto F-Helicicultura dell'Istituto internazionale di elicicoltura, ovvero insegnare a bambini e ragazzi il rispetto della natura attraverso l'osservazione e la cura delle chiocciole.

Dalla chiocciola si origina un nuova filiera economica, etica e sociale tridimensionale, dove la materia prima - la chiocciola appunto - si autorigenera e apre reali e concrete opportunità di mercato in tutti e tre (da qui la tridimensionalità) i settori dell'economia: primario, secondario e terziario. Un elicicoltore virtuoso, che sfrutta tutte le potenzialità offerte dal metodo Cherasco, non solo alleva per vendere la carne e la bava, ma fin da subito, per esempio, può diventare commerciante vendendo prodotti alimentari e cosmetici a proprio marchio. Può realizzare e curare laboratori didattici con le scuole di ogni ordine e grado, può partecipare a eventi e manifestazioni.

Insomma c'è spazio per nuovi agricoltori che abbiano la voglia e il desiderio di diventare imprenditori. Il potenziale di crescita è altissimo considerando che, a fronte di una richiesta in Italia di 4.500 tonnellate annue, i 1.150 ettari di impianti attuali in Italia provvedono solo al 20% della domanda interna. L'80% del prodotto arriva da Paesi esteri - Romania, Turchia, Indonesia - dove la produzione è però di scarsa qualità perché proviene da filiere lunghe e non soggette ai dovuti controlli sanitari. L'Istituto internazionale di elicicoltura ha stretto accordi per lo sviluppo di una elicicoltura verde, sostenibile e rispettosa anche in altri Paesi - notizia recente sono gli accordi con il Marocco e la Georgia - dove le condizioni atmosferiche consentono di ottenere un prodotto di eccellente qualità da allevare secondo il disciplinare "Chiocciola Metodo Cherasco".

Ma per il colmare il divario c'è spazio anche in Italia, per più di altri 3.400 ettari di impianti. La "Chiocciola Metodo Cherasco", riconosciuta e ricercata per la sua qualità ottenuta grazie all'applicazione del rigido disciplinare, nel 2019 ha visto aumentare il suo valore dell'83%, da tre euro al chilo a 5,50 euro al chilo (nel 2020, causa pandemia, l'assemblea annuale degli elicicoltori Ane ha deciso di lasciare le quote invariate). L'Istituto internazionale di elicicoltura - guidato da cinque anni da Sampò - ha dato una decisa svolta al mercato della lumaca accompagnando gli allevatori nelle diverse fasi di sviluppo della loro attività: dalle analisi preliminari sul terreno che si vuole destinare ad allevamento, alla consulenza per la preparazione del business plan e per la partecipazione ai bandi, fino all’assistenza per la gestione dell’impianto, della vegetazione e delle chiocciole. «Oltre a creare consapevolezza, come e con slow food, l'economia elicoidale va oltre creando un sistema economico che ha come finalità la redistribuzione di reddito, di network, di benessere riportando la dignità alle persone - spiega Sampò -. Oggi questo sistema lo rappresenta la chiocciola, ma un domani lo potranno rappresentare la nocciola, il miele; con tanta ricerca e sviluppo si sviluppano i settori economici da coinvolgere».

L'Istituto internazionale di elicicoltura, attraverso la sua Accademia e il suo reparto Ricerca e Sviluppo, è costantemente a fianco degli elicicoltori affiliati al disciplinare e garantisce sia l'accesso al credito - attraverso una collaborazione con la Banca di Credito Cooperativo di Cherasco, del Gruppo Cassa Centrale Banca - sia il ritiro della produzione (sia chiocciole, sia bava), oltre a dare consulenza su come produrre in proprio.

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