giovedì 26 marzo 2020
Gian Piero Gogliettino (Ancal) si augura risposte efficaci e tempestive alle imprese e ai lavoratori da parte del governo
Gian Piero Gogliettino, segretario generale Ancal

Gian Piero Gogliettino, segretario generale Ancal - Archivio

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L’emergenza da Coronavirus sta generando confusione nelle procedure di gestione del personale costretto a restare a casa per il blocco delle attività. La speranza di Gian Piero Gogliettino, segretario generale di Ancal (Associazione nazionale commercialisti area lavoro), il primo sindacato specialistico per gli oltre 28 mila commercialisti che operano nel settore giuslavoristico, è che venga fatta chiarezza al più presto.

Cosa non la convince?
In merito alla misura inserita nel decreto legge, licenziato dal governo il 16 marzo, circa lo stop ai licenziamenti economici, tanto di natura individuale quanto di natura collettiva, così come previsto dall’art. 46 del “Cura Italia”, è norma ragionevolmente debole sotto un profilo di tenuta costituzionale.

In che senso?
La previsione consistente nella sospensione per 60 giorni dei licenziamenti per ragioni economiche si pone in potenziale contrasto con l’art. 41 della Costituzione, andando a incidere, negativamente, sulla libertà di iniziativa economica propria dell’imprenditore. Non si comprende inoltre – rispetto alla Cig e all’assegno ordinario, creando sul piano sostanziale incertezza e non poche criticità operative, in ragione di una imprescindibile semplificazione delle procedure giusta condizione di emergenza epidemiologica in corso - la necessità dell’informazione, consultazione ed esame congiunto con il sindacato.

Qualche altra perplessità?
Sempre in materia di ammortizzatori sociali, non solo resta da capire la modalità di computo delle nove settimane di intervento salariale, nonché l’eventuale obbligo per il datore di lavoro di collocare previamente i dipendenti in ferie “forzate”, questioni alquanto delicate però non affrontate e risolte dall’Inps con il recentissimo messaggio n. 1321/2020, ma si confida, essendo previsto per le stesse politiche passive del lavoro il pagamento diretto ai lavoratori, in una provvidenziale liquidazione da parte dell’Istituto previdenziale.

Come risolvere questa situazione?
Mi auguro, come auspicato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per garantire risposte efficaci e tempestive alle imprese e ai lavoratori, non solo una pronta messa in opera delle misure inserite nel decreto, ma anche in sede di conversione vengano comunque previsti interventi di sostegno più significativi per il popolo dei professionisti ordinistici, quale Ici, estensione agli studi professionali del credito d’imposta sugli affitti.

Per quale motivo è nata l’Ancal?
Siamo nati nel 2017 per capitalizzare il patrimonio umano e professionale dei colleghi specializzati nella gestione del personale, nel diritto del lavoro, sindacale e della previdenza sociale. Anche se i commercialisti hanno già al loro attivo ben sette sigle sindacali, ci proponiamo come il primo organismo specialistico nella materia giuslavoristica, in perfetta sintonia con l’indirizzo del Consiglio Nazionale volto a favorire percorsi di alta specializzazione. Stiamo cercando di dar voce ai commercialisti che operano nello specifico settore della consulenza del lavoro, che non avvertono una reale tutela professionale nel quotidiano esercizio della loro attività specialistica. Gli obiettivi sono ambiziosi, primo fra tutti la restituzione di pari dignità professionale rispetto alle altre aree di competenza della nostra precipua categoria.

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