venerdì 15 ottobre 2021
Il gup Teresa De Pascale ha deciso di distribuire i soldi sequestrati nel processo Uber Eats ai 44 fattorini che si erano costituiti parte civile
Risarciti i rider di Uber Eats che si sono costituiti parte civile nel processo per caporalato

Risarciti i rider di Uber Eats che si sono costituiti parte civile nel processo per caporalato - Fotogramma

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Un risarcimento di 10mila euro a testa per i 44 rider che si sono costituiti parte civile nel processo per caporalato partito da un’inchiesta sulla sede italiana di Uber Eats e poi allargatosi a macchia d’olio ad altre realtà.

Il gup Teresa De Pascale del trimbunale di Milano ha condannato a 3 anni e 8 mesi Giuseppe Moltini, uno dei responsabili delle società di intermediazione coinvolte nell'inchiesta del pm Paolo Storari che aveva portato al commissariamento della filiale italiana di Uber, nel maggio del 2020, revocato a marzo dai giudici dopo il riconoscimento del percorso «virtuoso» intrapreso dalla società. Altri due imputati sono stati condannati (2 anni e 1 anno e 6 mesi) ma solo per reati fiscali. Il gup ha deciso di convertire il sequestro di circa 500mila euro in contanti, disposto nel corso delle indagini, in un risarcimento per i fattorini che si sono costituiti parte civile, che lavoravano tra Milano, Torino e Firenze e che erano entrati nel procedimento proprio per chiedere il riconoscimento dei danni subiti, assistiti tra gli altri dal legale Giulia Druetta. Parti civili anche la Cgil e la Camera del Lavoro, rappresentate dall'avvocato Andrea Ronchi, a cui è stato destinato un risarcimento di 20mila euro.

Le indagini avevano appurato che i rider di Uber Eats, venivano "pagati a cottimo 3 euro a consegna", "derubati" delle mance e "puniti" se si ribellavano al sistema. Tra le persone coinvolte nell'inchiesta Gloria Bresciani, manager (sospesa) di Uber, anche lei accusata di caporalato. Per lei la prima udienza è fissata il 18 ottobre. Bresciani e gli altri tre accusati di caporalato avrebbero reclutato rider assumendoli tramite le società Flash Road City e Frc srl «per poi destinarli al lavoro presso il gruppo Uber in condizioni di sfruttamento».

Il gup aveva mandato a giudizio pure la società di intermediazione Frc, imputata per la legge sulla responsabilità amministrativa, e accolto i patteggiamenti per caporalato di Leonardo Moltini (3 anni) e Danilo Donnini (2 anni), sempre responsabili delle società di intermediazione di manodopera, e di un altro imputato, Miriam Gilardi, per favoreggiamento a 1 anno e 6 mesi. Uber è stata citata come responsabile civile.

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