giovedì 10 settembre 2020
Con il recupero del secondo trimestre i fondi di investimento hanno portato in attivo il bilancio del 2020. Sui conti bancari delle famiglie ci sono 1.069 miliardi di euro
Il risparmio ha già superato i livelli di prima del Covid-19

Mabel Amber via Pixabay

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Il risparmio gestito è uno dei pochissimi settori dell’economia italiana che ha già superato la crisi da Covid-19. Anche le aziende del settore hanno sofferto: a marzo – primo mese del lockdown e periodo più critico per i mercati finanziari – gli italiani avevano ritirato 8,7 miliardi di euro dai fondi. Secondo le rilevazioni di Assogestioni, il primo trimestre si è chiuso con una raccolta netta negativa per 12 miliardi di euro. Finita la fase peggiore dell’emergenza, però, gli italiani sono tornati a investire, mettendo da parte anche i soldi risparmiati con il taglio forzato dei consumi nelle settimane passate in casa. Tra aprile e giugno la raccolta dei fondi è stata positiva per 11,3 miliardi di euro. Con i 3,5 miliardi raccolti a luglio è tornato in attivo il dato dell’intero 2020: ora il saldo dall’inizio dell’anno è un +2,8 miliardi di euro.

«La capacità degli italiani di risparmiare rimane vigorosa e potenzialmente è cresciuta perché con l’abbassamento dei consumi alcuni segmenti della popolazione sono riusciti a risparmiare ulteriormente» ha spiegato Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, ieri in audizione alla commissione Finanze della Camera. Il dg dell’associazione ha anche sottolineato come non ci siano stati fenomeni di «disinvestimento da panico» tra inizio marzo e fine aprile, dato che ha definito «molto positivo» perché «riflette una maturazione nei comportamenti dei risparmiatori e la capacità dell’industria di dare portafogli di investimento diversificati ed efficienti e di spiegare la congiuntura economica ». Lo stesso Galli ha ammesso però che resta la criticità dei tanti miliardi di euro che le famiglie lasciano improduttive sui conti correnti. Sono «risorse ingentissime» che «non vengono investite o vengono investite poco, non generando ritorno nel lungo termine».

Una situazione confermata dall’aggiornamento delle statistiche della Banca d’Italia su "Banche e Moneta": sui conti bancari delle famiglie consumatrici italiane a luglio c’erano 1.068,8 miliardi di euro. Prima del lockdown erano 1.050 miliardi, con la chiusura forzata di tutte le attività non essenziali i depositi sono saliti fino ai 1.076,2 miliardi di aprile per poi scendere solo leggermente. È tutto denaro su cui il titolare non guadagna quasi nulla negli anni delle politiche monetarie ultra-espansiva della Banca centrale europea. È la stessa rilevazione della Banca d’Italia a ricordare che i tassi medi sui depositi in conto corrente sono azzerati da quasi quattro anni, mentre quelli sui depositi con durata prestabilita stanno appena sopra l’1%.

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